Alla fine, quella dell’Alpe d’Huez è diventata la tappa più calma, se così si può dire. Perché di fatica ce n’è stata tanta ma la Jumbo ha controllato bene e gli avversari, per ora, hanno limitato i danni pur con qualche distacco improvviso.
Ha vinto Pidcock, che ha fatto il fenomeno in discesa e poi ha lasciato là i compagni di fuga di giornata. I migliori tutti insieme a una manciata di minuti dal vincitore.
14 luglio: festa nazionale, logico che in Francia, al Tour, si tratti di una tappa cruciale. E quella che ha portato i corridori da Briancon all’Alpe d’Huez prevedeva un’altimetria di fatica e dolore: ben tre salite Hors Categorie: Galibier, Croix de Fer e, appunto, Alpe d’Huez.
Montagne vere, salite dure che hanno visto all’attacco anche sua maestà Chris Froome ma anche il nostro Ciccone, finalmente allo scoperto dopo un inizio opaco. Passa pure davanti sulla Croix de Fer.
Il giudizio finale è rimandato all’Alle d’Huez con lo scatto di Pidcock e la risposta di Meintjes e soprattutto di Froome, finalmente risorto. Aumenta lentamente il vantaggio Pidcock fino all’arrivo e merita la vittoria.
Dietro un lavoro infernale della Jumbo di Vingegaard. Gregario enorme Van Aert, poi spettacolare Roglic, infine Kuss a far fuori tutti gli avversari meno Pogacar, Thomas e Mas.
Finché scatta Pogacar a dire che non è morto e ieri era solo un inciampo. In una curva rimane da solo con Vingegaard. Poi si ferma, si guarda intorno, rientra Thomas e pure Kuss. Per oggi può bastare così, il Tour però è ancora tutto da giocare. Vingegaard rintuzza anche l’ultimo scatto di Pogacar. Si guardano, si scambiano una parola. Rientra Geraint Thomas mentre davanti, Pidcock, alza le braccia.
Dietro Pogacar fa la volata. Quinto su Vingegaard.
14 lug 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside
PER INSEGNARE LE DISCESE A POGACAR VA BENE ANCHE ALAPHILIPPE O PIDCOCK