4 lug 2016 – Peter Sagan, dall’alto delle sue tre maglie (quella iridata di campione del mondo, quella verde, di leader della classifica a punti e quella gialla di leader della classifica generale) alza la voce, come un vecchio sceriffo del gruppo. E se lo può permettere, nonostante la giovane età.
“Ci sono corridori che sembrano non interessarsi della loro incolumità – ha dichiarato a Velonews – corrono rischiando troppo e in questo modo creano tensione a tutto il gruppo. Non sai mai se domani potrai effettivamente ripartire al Tour o resterai vittima di qualche caduta causata dall’incoscienza. Se piove e non si frena mai, è inevitabile che si verifichi una caduta, come è accaduto ieri (ne sa qualcosa Contador, ndr)».
Che poi è il problema delle prime tappe del Tour da tanti anni a questa parte. Ci si lamenta sempre di quanto accade per il modo scriteriati in cui molti corrono alla ricerca di un risultato a tutti i costi.
«Una volta chi provocava una caduta il giorno dopo subiva delle ritorsioni dal gruppo, gli svuotavano le borracce addosso o lo colpivano con piccoli schiaffi» Oggi, evidentemente, questo non accade più. Sagan, poi, se la prende anche col modo di correre e con la voglia di ogni team di mettere davanti un proprio treno anche quando non ce ne sarebbe bisogno. E così, inevitabilmente, si innescano cadute, dice il campione del mondo e lui non è certo uno che ha paura in bicicletta.
Redazione Cyclinside