di Guido P. Rubino
Al Tour de France la domenica arriva di lunedì, giusto dopo il sabato del villaggio che nell’attesa di fare festa davvero mette nel conto della serata altri secondi racimolati da un Pogacar che era sembrato disinteressarsi alla fuga di giornata e alla corsa. Tanto, con quattro pedalate li ripiglia tutti. Ma qui non è Totò al Giro d’Italia, è la realtà di una corsa che, per ora, ha un suo padrone indiscusso, scoperto per caso nell’ultima tappa dello scorso anno e che ora ci ha preso gusto.
Nel dì di festa del Tour, che qui chiamano “rest day”, giorno di riposo, per farsi capire da tutti, c’è chi si lecca le ferite, qualcuno farà il bagno in piscina, altri faranno una sgambata più o meno forte. Qualcuno farà pure dei chilometri. Perché i muscoli, a dispetto di mille teorie e scienze, vanno a ognuno come gli va. E per qualcuno si tratta di mantenere attivo un meccanismo che a fermarlo, anche solo per un attimo, pure nel giorno di riposo, si rischia di incepparlo e poi ritrovarsi di nuovo a doverlo avviare, oliare, portare a regime, col rischio di trovarsi col motore ingolfato nel momento peggiore.
E allora via a pedalare, anche simulando la gara. Qualcuno, pensate, ne ha approfittato per provare il cambio ruota tra corridori che in salita le ammiraglie potrebbero essere lontane e allora è meglio essere pronti alla vecchia maniera, col gregario vicino a sacrificare la sua bicicletta.
C’è anche la relativa tranquillità di una tappa, domani, che non dovrebbe riservare sorprese alla classifica generale. Altre salite il giorno dopo, ma domani, almeno, pace.
Questo per quanto riguarda la lotta dei piani alti della classifica, perché poi c’è la maglia verde, i traguardi intermedi e il nervosismo che al Tour non manca mai e che ha già fatto disastri nell’avvio di corsa, una settimana fa. Scongiuri opportuni, e numero 13 sempre al rovescio e si prosegue.
Nel giorno di riposo c’è chi si rifà il trucco e chi mette ordine tra le biciclette malandate da troppe cadute o da preparare per le tappe che diventano più impegnative.
C’è anche chi studia tattiche però e magari telefoni che si scaldano per capire chi e come. Che guai a pensare che la corsa sia finita, al Tour, già negli anni passati, abbiamo visto capovolgimenti importanti.
Riposatevi ragazzi, come potete. Ché domani è di nuovo corsa.
5 lug 2021 – Riproduzione riservata – Cyclinside
Francamente sono stupito da non leggere assolutamente nulla sul ritiro di Van der Poel. Una vostra opinione, un vostro commento. Il gionro dopo aver perso la maglia gialla.
Molto mi viene da pensare su questi personaggi, sui loro manager, sul ciclismo di ora.
Sicuramente spero che alle olimpiadi vada male, che il non aver onorato il Tour e rispettato i tifosi non gli porti bene.
Che poi, a ben vedere, c’è anche un po’ di scorrettezza sportiva. Non corri ad armi pari con gli altri se sai che dei 21 gionri di fatiche disumane che aspettano gli altri, tu te ne sobbarcherai solo 8, 9, 10. Sarebbe forse da togliergli retroattivamente la maglia gialla che ha portato per qualche giorno, senza rendersi conto di quello che rappresenta!!!!
Forse bisognerebbe essere più cauti quando si plaude al nuovo campione, al nuovo fenomeno!!!
Ciao Claudio,
in realtà una tiratina d’orecchie l’avevamo data in questo articolo: https://cyclinside.it/oconnor-tappa-e-quasi-maglia-pogacar-sereno-al-tour/
Sì, avrebbe potuto aspettare qualche giorno, per non dare proprio l’impressione di aver perso interesse per il Tour appena lasciata la maglia gialla. Dopodiché il problema, purtroppo, è il calendario compresso. Se punta a far bene nella Mtb alle Olimpiadi ha più di un’attenuante. Per quello siamo stati più “gentili” rispetto ad altre situazioni. Grazie dello spunto!
– Guido