14 lug 2017 – In Francia oggi è festa nazionale. In Francia la festa nazionale si celebra al Tour de France e, per fortuna, ieri ha vinto un corridore francese che oggi viene celebrato così tanto da prendere tutta la prima pagina del L’Equipe, il giornale che “ha a che fare” con l’organizzazione della corsa considerata la più importante del mondo. E lo è, mediaticamente parlando non ha eguali nel ciclismo e se si guarda al di fuori se la gioca con le Olimpiadi.
In Francia sono così francesi che la prima pagina è tutta del corridore francese, e chissenefrega (come si dice in francese?) se Aru è maglia gialla e Froome l’ha persa evidenziando una debolezza che forse non si aspettava?
È il 14 luglio, festa nazionale, li perdoniamo, ma anche no, visto che hanno evitato di parlare di Aru anche quando ha vinto, per non dire di Le Monde che è andata a cercare fantasiosi collegamenti torbidi nel passato di Aru. Dove non si arriva con le gambe si arriva con le chiacchiere, ma certi scivoloni, oltre che poco professionali, sono anche di cattivo gusto.
Ah, ‘sti Francesi…
Consoliamoci in casa allora. Ok, noi parliamo di ciclismo e siamo di parte per forza, ma anche la Gazzetta dello Sport di ciclismo dovrebbe parlare alla grande visto che “ha a che fare” con l’organizzazione del Giro d’Italia e di altre corse importanti. Mettere in evidenza il ciclismo italiano, in questo momento, oltre che rispondere ad esigenze informative (il Tour de France è l’evento sportivo più importante in corso) dovrebbe tornare utile anche al proprio tornaconto, sia mai che ci appassioni un po’ al ciclismo in Italia.
Invece lo spazio principale è lasciato agli acquisti del Milan (parliamo di calcio, ovviamente). Ecco, in Francia gli appassionati di calcio dovranno sfogliare qualche pagina per sapere della campagna acquisti del proprio calcio (che non è sport secondo a nessuno, anche oltralpe), ma almeno hanno ben chiaro l’evento del momento. Da noi il ciclismo è così povero da essere secondo anche ad un bel colpo di mercato del calcio. Che poi attenzione, una prima pagina così viene giustificata sulla notizia che ha più “appeal” (dicono così, quelli del marketing) e certamente tra i lettori della Gazzetta ci sono più appassionati di calcio che di ciclismo. Non è una colpa, lo è l’ignorare che un organo di stampa dovrebbe avere anche dei doveri di informazione di un certo tipo: ad esempio dare rilievo in base all’importanza della notizia, ad esempio dare anche una “guida” allo sportivo disattento sull’importanza delle cose. Così si va dietro alla marea senza cercare di dominarla. È una questione di coscienza dei propri mezzi, evidentemente.
Tutto sommato, se non ci sono più squadre italiane di livello world tour e i corridori italiani sono sempre meno, un motivo c’è. Ma finché abbiamo belle sorprese come Fabio Aru possiamo ancora fare finta di niente, per fortuna.
Guido P. Rubino
Quanti giovani lasciano il ciclismo perche non sono motivati economicamente come il calcio o altri sport il ciclismo manca pure di strutture un giorno finirà il petrolio e allora vedremo con che cosa si girerà
😈😬