Gli sport motoristici ci insegnano che tra asciutto e bagnato si mescolano tutti i valori in campo, e che chi ha feeling con la pioggia può fare veramente la differenza in termini di guida. Bisogna esserci nati, principalmente. La dote naturale è la parte fondamentale. Ma alcuni piccoli trucchi possono far aumentare la sicurezza in ognuno di noi.
1. Il mezzo
I vecchi corridori passavano uno spicchio di limone sulla pista frenante dei cerchi prima di partire in una gara con la pioggia. Questo accorgimento serviva a far scivolare via l’acqua dal cerchio e regalava per buona parte della gara una buona qualità di frenata. Alcuni lo fanno ancora, anche nel ciclocross. Ovviamente con i freni a disco invece questo problema si azzera. Piuttosto con i dischi si aggrava la scelta della giusta pressione delle gomme: di solito basta “sgonfiare” un pochino per affrontare il bagnato e togliere mediamente 0,5 – 1 bar di pressione, l’intensa potenza frenante dei dischi rende questa operazione necessaria e da effettuare con la massima cura.
2. Capire la strada
Le differenze fra asfalti sono molte e non sfuggiranno al discesista esperto. Ma con gli occhiali appannati e le gocce d’acqua che arrivano in faccia non è mai facile capire su che genere di strada stiamo guidando. In questo caso un piccolo assaggio dell’aderenza dato da una brusca frenata con il solo posteriore ci può aiutare a capire se siamo su asfalto valido o se quello che abbiamo sotto è una sorta di lago ghiacciato ad aderenza zero. Attenzione: spesso è meglio una pioggia incessante che non un asfalto bagnato da post-evento piovoso. Nell’umido l’acqua forma una patina che si mischia con lo sporco lasciato dalle auto, e si crea spesso un mix micidiale per l’aderenza.
3. Preparazione alla curva
Solo per chi usa freni caliper: succede una cosa molto sgradevole con la pioggia, ovvero il formarsi di una patina di acqua sul cerchio, che non lascia che i pattini facciano aderenza al cerchio. Per ovviare a questo problema bisogna prepararsi 50 metri prima della curva dando tre piccoli colpetti di freno. Questo smuove l’acqua e permette di essere efficaci nel momento della frenata vera.
4. Bilanciamento
L’aderenza su bagnato è innegabilmente più bassa, e questo tira in ballo il nostro bilanciamento del peso sulla bici, che dovrà avvicinarsi di più alle tecniche di curve dei nostri amici biker, con una buona pressione sul pedale esterno, dato pure dalle anche posizionate leggermente all’esterno della sella, e il busto un pochino ruotato nel senso della curva. Ma la cosa fondamentale è sempre lo sguardo diretto al punto di corda! Se iniziamo a guardare il fosso esterno, è quasi sicuro che ci finiremo dentro.
5. Valutare la lucidità
Nel fatidico giorno di crisi in salita, non crediate di fare i miracoli in discesa. Quando non si è lucidi meglio tirare i freni e non rischiare. Ricordatevi che il bagnato richiede scioltezza dei movimenti, quindi un momento di paura e rigidità significano caduta immediata.
Nel complesso, ricordiamoci che la strada non è una pista, e affrontarla, quindi, è molto più difficile che trovarsi in un circuito motoristico: la variante imprevedibile è sempre dietro l’angolo. Le regole basilari della pioggia sono evitare tombini e strisce bianche come la peste, ma ricordatevi di essere voi stessi e di non spingere più di quello che vi sentite dentro. Cadono spesso anche i campioni che spendono metà delle loro giornate su di una bici.
Stefano Boggia (http://www.daccordicicli.com/)