Si tratta di un momento molto delicato. Imprimere una “accelerazione negativa” alla bicicletta può essere un’operazione facile, i ciclisti la fanno d’istinto, ma non sempre le condizioni sono ideali.
Una brusca decelerazione, al di là delle sollecitazioni subite dalle parti chiamate in causa, provoca una forte sbilanciamento delle forze richiedendo una completa reimpostazione degli equilibri dinamici da parte del ciclista.
La frenata sposta il peso sulla ruota anteriore in maniera più o meno brusca. Da questo deriva che il freno maggiormente sollecitato sia quello anteriore. Si tratta di una esperienza piuttosto comune: anche sulle automobili i freni maggiormente sollecitati sono gli anteriori.
Per questo motivo la prima regola da seguire in una frenata ideale è utilizzare maggiormente il freno anteriore. La ruota davanti, caricandosi di peso, è quella che incide di più nella decelerazione, e più frena e più aumenta l’aderenza a terra e quindi l’efficacia della frenata, ecco perché questo freno viene, in certi casi potenziato rispetto al posteriore. Proprio questo freno ha però una importanza fondamentale: aiuta a guidare la bici.
Si consideri, tanto per cominciare, che arrivare al bloccaggio della ruota posteriore è relativamente facile (proprio per quanto detto poco sopra poiché il peso, spostandosi in avanti, alleggerisce la ruota motrice di aderenza sul terreno). Il bloccaggio della ruota posteriore è però facilmente gestibile dal ciclista, ben diversa è la situazione nel caso di bloccaggio della ruota anteriore. Un’eventualità del genere rende praticamente certa la caduta: un alleggerimento sull’anteriore fa mancare al ciclista l’appoggio maggiore e gestire l’equilibrio diventa molto complicato.
Come frenare allora?
Il modo migliore è quindi gestire adeguatamente i due freni. Se il fondo stradale è ideale e si è su una traiettoria rettilinea si può tranquillamente abbondare sul freno anteriore non dimenticandosi comunque del posteriore. Molto utile risulta spostare il peso all’indietro arrivando quasi ad uscire di sella per tenere il più possibile attaccata a terra la ruota posteriore. Il movimento giusto da fare, in caso di frenata importante, è tendere le braccia per spostare il più possibile il peso sulla parte posteriore della bici. In questo modo si allontana anche il rischio di cappottamento in avanti che può avvenire quando il baricentro si sposta oltre il mozzo anteriore.
Se si deve frenare in curva bisogna usare parecchia cautela nell’utilizzo del freno anteriore. In caso di emergenza meglio allora addrizzare un attimo la bici, dare un colpo secco ai freni e poi completare la curva. Non si seguirà certo una traiettoria ideale ma si avrà la possibilità di decelerare maggiormente.
Gestire i freni
In linea generale meno si surriscaldano i pattini freni (e i cerchi) e meglio è. Per questo motivo i corridori professionisti frenano con piccoli ma decisi colpetti sui freni preferibili a “pattinate” continue e prolungate. L’alta temperatura modifica la chimica dei pattini freno facendone perdere di qualità (in maniera meno marcata questo problema può riguardare anche i freni a disco). Chi utilizza coperture tubolari (che vengono incollati al cerchio tramite un apposito mastice e non incastrate meccanicamente come per i copertoncini) deve evitare surriscaldamenti eccessivi che possono compromettere la tenuta del tubolare stesso sul cerchio.
Ancora più evidente il rischio di surriscaldamento nel caso si utilizzino cerchi in carbonio con piste frenanti sempre in fibra. Il carbonio disperde molto poco il calore e le temperature tendono a salire enormemente. È importante allora utilizzare pattini freni di tipo speciale. Problema, questo, non esistente con freni a disco.
Se piove
L’aumento di viscidità della strada con la pioggia è evidente. Ovvio quindi elevare a potenza la prudenza e la gestione della frenata tra anteriore e posteriore di cui abbiamo detto sopra. Diversa è però la gestione dei freni dal punto di vista termico. Con la pioggia non c’è praticamente rischio di surriscaldamenti, anzi conviene pulire le piste frenanti in anticipo sulla frenata vera e propria. Per “pulire” i cerchi conviene allora appoggiare i pattini qualche secondo prima della frenata in modo da avere il miglior attrito quando serve. Poi c’è anche chi utilizza metodi artigianali per trattare le piste frenanti in modo che l’acqua vi aderisca meno e la frenata possa essere subito pronta.
Diverse, ovviamente, le sollecitazioni in caso di freni a disco. Qui la frenata è molto più pronta in tutte le situazioni, pioggia compresa.
Il carbonio e la pioggia
I cerchi con piste frenanti in fibra non sono l’ideale con la pioggia. Questo però non significa che non si possano utilizzare. Meglio avere comunque qualche attenzione in più. Più obbligatorio che mai è allora l’utilizzo di pattini freni appositi. Pattini tradizionali provocano sbilanciamenti pericolosissimi: si passa da una fase in cui l’attrito è praticamente nullo col cerchio bagnato, ad un momento in cui l’attrito diventa massimo, senza vie di mezzo. In pratica ci si trova, in maniera imprevedibile, da una bici praticamente senza freni ad una bici con le ruote bloccate: pessime conseguenze!
I pattini in materiali non gommosi evitano questo inconveniente ma un po’ di attenzione in più è comunque necessaria.
Da questo articolo manca una parte ormai diffusa: la frenata con i dischi
La gestione è la stessa…