16 lug 2016 – Sempre più ebike, le previsioni parlano chiaro. È un nuovo modo di spostarsi, che piace e che appare sempre più “inevitabile” perché è il confluire di più fattori che dicono una cosa importantissima: il motore a scoppio, in città, è destinato a soccombere. E dove non arrivano i mezzi pubblici può arrivare una mobilità privata fatta di alternative reali e funzionali. La bicicletta elettrica ha l’indubbio vantaggio di un costo limitato e di un’efficienza elevata.
La chiave di sviluppo di questo settore si basa principalmente sull’efficienza delle batterie che diventano sempre più leggere e in grado di immagazzinare una quantità superiore di energia che si traduce in un aumento di autonomia, che migliora pure con l’efficacia dei motori.
E ancora c’è da fare. Si parla delle nuove batterie anche qui. Quelle che sostituiranno le più efficienti del momento, agli ioni di litio e che promettono di far durare una settimana i nostri cellulari. Per ora è ancora fantascienza, ma si sa che la tecnologia supera velocemente le sue ere geologiche. Intanto, è un dato di fatto, le batterie comunque crescono in efficienza e leggerezza e il vantaggio è già evidente e sta modificando il mercato.
Si parla di oltre 35 milioni di biciclette elettriche vendute in tutto il 2016 (fonte: Navigant Research). Un buon ruolo lo gioca la Cina, ma anche nei paesi occidentali l’aumento delle vendite di questa tipologia di biciclette è in crescita esponenziale. Anche in Italia, dove pure i numeri non saranno enormi, ma raddoppiano e più di anno in anno e la pedalata assistita si vede sempre di più in tutte le nostre città.
Addio scooter
Il destino sembra segnato: una bicicletta a pedalata assistita, al momento, ha già un bel vantaggio rispetto al classico “motorino”: col costo di uno scooter entry level già si acquista una bicicletta top di gamma a pedalata assistita. Con la differenza, in più, che con il costo iniziale sono finite le spese per la mobilità elettrica (i costi di ricarica sono irrisori, anche nell’utilizzo quotidiano), mentre con lo scooter l’acquisto è solo il via di una serie di spese accessorie che passano per l’assicurazione, il carburante, i tagliandi, le tasse e così via. Poi è sempre buona norma stipulare un’assicurazione (pure se non obbligatoria) di responsabilità civile. Ma i costi sono decisamente contenuti.
C’è qualcosa da cambiare
Assistita o meno la pedalata nelle nostre città ha diversi limiti. Non tanto le piste ciclabili – la strada è di tutti, la bicicletta è un veicolo ed ha pieno diritto a circolare, checché ne dica qualcuno, le leggi ci sono e basterebbero per tutti se si facessero rispettare – quanto la cultura della bicicletta. Ad oggi chi acquista una bicicletta a pedalata assistita ha il limite del parcheggio. Si tratta di mezzi piuttosto pesanti che non è sempre pratico portare anche per una sola rampa di scale e lasciarli legati al palo li espone a possibilità di furti molto maggiore che per altri mezzi motorizzati. La chiave, per molti, è tutta qui. Il fare qualcosa deve essere una questione di mentalità ma anche di costruzione stessa delle biciclette. Se basta allentare una vite (o, peggio ancora, una levetta) per portarsi via una sella o una ruota, il rischio sarà sempre elevato e difficile da contenere.
Ma ci sono già soluzioni sul mercato e allo studio in questa direzione. Da assicurazioni che coprono il costo della bici o delle parti eventualmente rubate a idee per rendere la bicicletta più difficile da rubare (realizzandola con parti complicate e n0n convenienti da smontare) o facile da rintracciare (sistemi GPS inseriti all’interno e impossibili da rimuovere o manomettere senza danneggiarla inesorabilmente).
Poi ci piacerebbe vedere sempre più aziende che prevedano parcheggi riservati alle biciclette e sorvegliati (anni fa eravamo andati a vedere la bella soluzione di un’azienda nel milanese), ma scommettiamo che si tratti solo di una questione di numeri. All’aumentare delle biciclette dovranno rispondere inevitabilmente anche le infrastrutture. Certo una volontà dall’alto, del governo, aiuterebbe un bel po’, ma fatta di idee concrete e non solo di belle parole che si risolvono in leggi complicate che sanno solo di propaganda e nessuna volontà reale.
In questo senso, però, la presenza di aziende sempre più importanti nel settore della mobilità elettrica a pedali, potrebbe dare una bella, mano.
RC