15 mag 2021 – Vittoria di Victor Lafay dietro Gavazzi, e la Maglia Rosa sempre ad Attila Valter. Tappa da fuga si era detto e fuga è stata. Ovvio, non tanto.
Certe tappe sono noiose a vederle dall’inizio, non si scappa, ma se ce n’è una che valeva la pena vedere dal via, quanto meno a fine didascalico, è proprio quella di oggi. Perché a vederla negli ultimi chilometri, con la fuga, ormai scontata all’arrivo e il gruppo a razzolare senza troppi scoppiettii, viene da immaginarla come facile: qualcuno che ha staccato il biglietto per la fuga e gli altri dietro che, al più, controllando. Come è stato per la squadra della Maglia Rosa, Attila Valter, giusto per evitare tracolli.
Invece proprio quei primi chilometri hanno visto una lotta senza quartiere per scappare via: oggi era giornata da predoni, ma di volontari ce n’erano anche troppi. I corridori, a inizio tappa, erano sparsi come un pacco di riso caduto a terra. Impossibile stabilire chi fosse davanti per un bel po’. Velocità alta, scatti e risposte come una gara di allievi. Poi la selezione, naturale, che ha riportato alla genesi della corsa che si è presentata nei chilometri finali. Una genesi raccontata pure dai dati: più di 43 all’ora all’inizio, sotto i 30 chilometri orari poi.
È così, allora, che sono passate salite e discese, quasi fossero a velocità controllata e già programmate con il vantaggio della fuga a fare da fisarmonica. Fatica che si mette nello zaino dei viaggiatori che toccano la parte più a sud d’Italia toccata da questo Giro.
Nella fuga è andato anche Gaviria, tanto per capire il ritmo, ma certo il colombiano è in forma. Almeno finché, scattato in discesa, non si è trovato in una curva più insidiosa del previsto che lo ha visto fermarsi, in scivolata, sul muretto in cemento. Suggerimento di prudenza, tra medicazioni e dolori, il velocista della UAE si lascia aiutare dalla macchina del medico che, tra una medicazione e l’altra, con l’autorizzazione di attaccarsi, dà anche un discreto aiuto a riportare Gaviria con gli attaccanti. Va bene così, a volte si fa pareggiare un po’ la sfortuna, dolori e graffi a parte.
A, inizio tappa un’altra caduta, in uscita da una galleria. Vanno a terra in diversi, si rialzano, si parla del ritiro di Caleb Ewan, caduto, no: non caduto ma già staccato. Insomma, affaticato per un incidente a un ginocchio in albergo, meglio così? Sorpresa manco tanto visto che l’australiano aveva già detto che avrebbe abbandonato. In maglia ciclamino sarebbe stato un insulto, pure fosse una scusa, gliela perdoniamo. E comunque auguri e peccato: le sue volate ci mancheranno.
Fiamme e fiammelle nel finale tra i nove in fuga. Campenaerts è uno dei più attivi. L’arrivo in salita non è per lui, scappare via sì, è anche il detentore del Record dell’Ora e ci vuole prudenza a dargli confidenza.
Dei fuggitivi il titolato si dice essere Giovanni Carboni, Bardiani, squadra invitata in cerca di gloria. È lui che parte alla fine, prova a staccare tutti ma non fai conti con Victor Lafay, Cofidis e francese (almeno con bici italiana: De Rosa Merak).
Carboni resta in affanno, dietro lo raggiunge Gavazzi e lo supera anche lui. Vittoria a Lafay.
Classifica
RISULTATO DI TAPPA
1 – Victor Lafay (Cofidis) – 170 km in 4h06’47”, media 41.332 km/h
2 – Francesco Gavazzi (Eolo-Kometa Cycling Team) a 36”
3 – Nikias Arndt (Team DSM) a 37”
CLASSIFICA GENERALE
1 – Attila Valter (Groupama – FDJ)
2 – Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick-Step) a 11”
3 – Egan Bernal (Ineos Grenadiers) a 16”
MAGLIE
- Maglia Rosa, leader della classifica generale, sponsorizzata da Enel – Attila Valter (Groupama – FDJ)
- Maglia Ciclamino, leader della classifica a punti, sponsorizzata da Segafredo Zanetti – Tim Merlier (Alpecin-Fenix)
- Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna, sponsorizzata da Banca Mediolanum – Gino Mäder (Bahrain Victorious)
- Maglia Bianca, leader della Classifica dei Giovani, sponsorizzata da Intimissimi Uomo – Attila Valter (Groupama – FDJ), indossata da Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick-Step)
Redazione Cyclinside