9 ott 2016 – Chi l’avrebbe immaginata, qualche anno fa, una Roma così invasa dalle biciclette? Quella della Granfondo Campagnolo Roma è un sogno fatto ad occhi aperti da Gianluca Santilli e dal suo staff. Non senza difficoltà: “biciclette a Roma, in centro? Ma sei matto?” Erano di questo tenore i dubbi che venivano rivolti all’avvocato romano quando gli venne in mente l’idea di invadere Roma con le biciclette.
E in effetti, di primo acchito, l’idea sembrava comprensibilmente bislacca. Anche il Giro d’Italia evita Roma per troppi problemi organizzativi. E invece Santilli l’ha fatto e poi ha insistito pure.
Quella di oggi è stata la quinta edizione della Granfondo Campagnolo Roma, evento che ha saputo riportare pure l’agonismo nell’alveo della competizione amatoriale. O almeno ci prova, perché chi è abituato a ragionar per granfondo poi parte a tutta e pazienza se i tratti cronometrati, che valgono per la classifica, sono solo quelli in salita ben definiti. D’altra parte con la maglia nuova e la bici a punto vien quasi da sé sentirsi come un professionista e imitarli un po’, anche se i primi sono già lontani e si stanno disputando nemmeno la gloria. Contenti loro.
Intanto i cinquemila e duecento ciclisti (con più di 400 donne!) hanno fatto un giro ampio nella capitale. L’ora presta della domenica mattina non conosce traffico e in bicicletta si può scorrazzare, magari anche un po’ più piano che il fondo stradale è quello che è, ma a una Capitale così limpida è difficile resistere. Non c’è neanche la pioggia minacciata nei giorni scorsi. Solo l’arietta un po’ frizzante prima di scappare via verso l’Appia e salire su per i Castelli Romani.
Ma chi l’ha detto che nel Lazio non ci sono salite? Quelle nel menù della Granfondo Campagnolo Roma sono spettacolari ma anche velenose per le gambe e i rapporti della bicicletta che devono essere raccordati pure con i sampietrini.
Salite cronometrate perché qui la classifica si fa così, non serve arrivare primi al traguardo, anche se qualcuno non se ne accorge o fa finta di niente. Sì, c’è una classifica generale per chi ci mette meno tempo tra il tappeto di partenza e quello d’arrivo (per cui non vale comunque una volata), ma questo modo di pedalare 2.0, che anzi riporta ad un concetto originario anche più sano, ci piace molto. Tanto più che c’è da pedalare su un percorso spettacolare che pure ha fatto la storia del ciclismo con il Giro del Lazio che fu.
Che poi parlare di Granfondo Campagnolo Roma e limitarsi alla “gara” significa raccontarne meno della metà. Si tratta di un evento che dura tre giorni, un villaggio, alle Terme di Caracalla, che diventa capitale della bicicletta e magari anche centro di discussione per parlare di una Roma che potrebbe pedalare anche molto di più e in tanti modi diversi. Quello di attaccarsi un numero addosso è solo uno.
In bici ai Castelli parla proprio di come si possa gustare il paesaggio di Roma e dintorni con passo da cicloturista e magari lontani dalle strade consolari che fanno paura ai ciclisti quando si pensa a “Roma in bici”.
E invece Roma in bici si può eccome, sono in aumento i ciclisti nella capitale e pian piano allargano i gomiti e chiedono spazio e non si può più ignorarli. La pedalata In Bici ai Castelli era aperta anche alle biciclette a pedalata assistita, perché a Roma un aiutino può servire, per chi non è tanto allenato – e vuole godersi una giornata insieme agli altri – o semplicemente per chi non vuole arrivare a destinazione troppo sudato.
Tanti modi per pedalare Roma, anche nella sua storia. L’Imperiale, alla seconda edizione, è nata proprio per questo. Biciclette d’epoca nelle strade che furono, con un giro nell’Appia Antica che ha fatto sobbalzare vecchi tubolari e gomme piene, ma i ciclisti in maglia di lana o gonnella d’epoca non si sono fatti problemi più di tanto. L’Appia Antica è un patrimonio di cultura e paesaggio da visitare tutti i giorni, chiusa alle auto e aperta alle bici, magari con un salto alla Caffarella.
C’è stata anche la Pedalata di solidarietà poi, con la pedalata per Amatrice, in giro per la città mentre gli altri erano già fuggiti via a scalare i Castelli e a gettarsi nelle discese in sicurezza grazie ad un servizio d’ordine praticamente impeccabile. Incroci tutti presidiati e ciclisti slavaguardati ci ha detto anche chi ha pedalato nelle retrovie, non solo per i più esaltati delle prime file quindi. Un pubblico romano anche tranquillo che ha sopportato con pazienza le strade chiuse magari organizzandosi per tempo (d’altra parte gli avvisi alla popolazione sulla chiusura delle strade sono stati dati per tempo dai vari comuni sfruttando anche i social).
Tutti a pedalare per poi ritrovarsi di nuovo nel villaggio a festeggiare insieme, magari con un panino con la porchetta. E anche con la presenza del sindaco di Roma, Virginia Raggi che, al di là delle convinzioni politiche, è stata la prima ad essere presente e a dedicare un po’ più di tempo rispetto ai suoi predecessori che si erano fatti vedere un po’ di sfuggita.
Insomma, Gianluca Santilli e il suo staff questa sera mettono in bacheca un trofeo importante, quello delle potenzialità di Roma e di un territorio che si pensava sempre meno ciclistico. Con molta pazienza, invece, hanno fatto un bel lavoro e messo a tacere anche qualcuno che presagiva disfatte. E invece si ripeterà, con queste premesse il vento è a favore.
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GR
Bella iniziativa non c’è che dire ma ha bloccato non solo Roma ma tutto il circondario.
Anch’io sono ciclista ma bisognava comunque prevedere delle vie di fuga, io ho mio padre malato che abita a Rocca Priora e ieri mattina non sono potuto andare ad accudirlo perchè tutte le strade che portavano ai Castelli erano chiuse via della manifestazione.
Cercate di trovare vie alternative, anche se con qualche difficoltà di circolazione ma fate passare chi della gara non ne vuol sapere.
Salve Valter,
Manifestazioni di questo tipo (ma puntualmente capita anche con le gare professionistiche in Italia) portano ovviamente dei disagi alla circolazione. Vero pure, però, che gli avvisi delle strade chiuse sono stati diffusi con anticipo, diversi comuni hanno sfruttato anche i social per questo, proprio per dare la possibilità alla popolazione di prendere i provvedimenti necessari e regolarsi con i tempi.
Lo scorso anno, bisogna dire, ci furono molti più disagi, segno che quest’anno qualcosa ha funzionato meglio (da parte di tutti, certamente).
In particolare, ci confermano gli organizzatori, quest’anno sono stati predisposti percorsi alternativi in tutti gli incroci importanti proprio per evitare il blocco. Poi, va detto, in caso di emergenza un’ambulanza passa ovunque avendo priorità assoluta.
Certamente l’organizzazione farà tesoro di tutte le critiche pensando soluzioni ancora migliori per la prossima edizione. Ad esempio nelle manifestazioni che si svolgono in nord Europa, negli incroci di maggior impatto, si canalizzano i ciclisti per lasciar passare le auto a intervalli regolari ed evitare il blocco totale. È un’idea che buttiamo lì e che abbiamo visto funzionare molto bene.