15 mar 2020 – Si è fatta attendere forse un po’ troppo, ma ecco la decisione dell’UCI riguardo la situazione sanitaria che si sta vivendo a libello globale.
L’UCI ferma tutto il ciclismo, dal 15 marzo fino almeno al 3 aprile. Ma nel comunicato si lascia intendere questa data come puramente indicativa.
Altro punto importante della comunicazione è l’apertura alla possibilità di riallocare in altri momenti della stagione le gare più importanti coinvolte in questo periodo. Una speranza che si apre per le nostre competizioni (e a questo punto anche per il Giro d’Italia).
Ecco il comunicato UCI:
Sulla base della valutazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) della situazione attuale relativa all’epidemia COVID-19 e delle misure restrittive adottate da diversi paesi europei e non solo, che vietano, in particolare, gli incontri e gli spostamenti di persone, l’Union Cycliste Internationale (UCI) annuncia oggi una serie di misure decisive con l’obiettivo di garantire la massima protezione della salute di tutti coloro che partecipano alle manifestazioni ciclistiche e l’equità sportiva tra i partecipanti.
Non volendo contribuire alla diffusione del virus e con l’obiettivo di garantire l’equità sportiva nelle sue competizioni, l’UCI, dopo diversi incontri sulla crisi tenutisi alla fine della scorsa settimana e nel fine settimana, ha adottato le seguenti misure:
- Essendo la sicurezza degli atleti una missione prioritaria dell’UCI, gli organizzatori sono espressamente invitati ad annullare qualsiasi evento ciclistico del Calendario Internazionale dell’UCI nei territori individuati a rischio dall’OMS;
- Sospensione di tutte le classifiche per tutti gli eventi del Calendario Internazionale UCI, in tutte le discipline, a partire dal 15 marzo 2020 e fino a nuovo avviso, ma almeno fino al 3 aprile 2020. Congelando i punti durante il periodo indicato, l’UCI preserva l’equità sportiva per gli atleti;
- Per quanto riguarda la procedura di qualificazione ai Giochi Olimpici e Paraolimpici di Tokyo 2020, che è stata completata per la strada, la pista e il paraciclismo, ma è ancora in corso per la mountain bike, la BMX Racing, la BMX Freestyle e il paraciclismo su strada, l’UCI ha deciso di chiedere rispettivamente al Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e al Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) che il periodo di qualificazione sia interrotto retroattivamente a partire dal 3 marzo 2020. Anche in questo caso, con questa forte decisione, l’UCI garantisce l’equità sportiva nell’assegnazione delle quote olimpiche.
- Queste importanti decisioni sono guidate dal desiderio dell’organo di governo del mondo del ciclismo di garantire, per quanto possibile, la sicurezza sanitaria dei ciclisti, delle squadre, degli organizzatori, dei partner, dei media e di tutte le persone interessate, compreso il pubblico, nonché le competizioni eque per gli atleti e le loro squadre (commerciali e nazionali nel caso dei Giochi Olimpici). Per quanto riguarda il Calendario Internazionale dell’UCI, l’UCI ha registrato fino ad oggi oltre cento richieste di rinvio e cancellazione, e la lista cresce ogni giorno. Per quanto riguarda il ciclismo professionistico su strada, l’UCI si è consultata con gli organi di rappresentanza degli organizzatori (AIOCC), delle squadre (AIGCP) e dei corridori (CPA).
Per quanto riguarda la procedura di qualificazione olimpica e paralimpica per gli eventi ciclistici in corso, la situazione ad oggi è la seguente: considerando l’incertezza che circonda la diffusione del virus, il mantenimento dei periodi di qualificazione inizialmente previsti (11 maggio 2020 per BMX Freestyle, 27 maggio per la montagna, 1 giugno per BMX Racing e 7 giugno per il paraciclismo) avrebbe comportato un’iniquità tra le nazioni. L’UCI ha quindi deciso di proporre al CIO e all’IPC di interrompere la procedura a partire dal 3 marzo, in considerazione del fatto che fino a quella data a nessuna nazione era stato impedito di recarsi agli eventi.
Questa decisione è guidata dal principio fondamentale della parità di trattamento di tutti gli atleti e dall’importanza di evitare che questi stessi atleti debbano apportare incessanti modifiche ai loro programmi di gara e ai loro piani di allenamento.La situazione sanitaria in costante evoluzione rende inoltre incerta la possibilità di costruire un calendario alternativo per gli eventi posticipati, nonostante la possibilità di proroga fino al 30 giugno 2020 concessa dal CIO a tutte le Federazioni Internazionali. Inoltre, va precisato che il 70-85% degli eventi di qualificazione per queste discipline si sono già svolti, e la classificazione presa in considerazione, rappresenta quindi un vero e proprio valore sportivo. Con questa azione, la nostra Federazione garantisce l’integrità dei nostri atleti e la parità di trattamento di tutte le nazioni e non contravviene ai principi dei sistemi di qualificazione del movimento olimpico.
La richiesta è stata presentata al CIO e all’IPC, al fine di consentire la pubblicazione delle classifiche olimpiche e delle quote delle restanti discipline nel più breve tempo possibile.Per quanto riguarda le richieste di rinvio delle manifestazioni, l’UCI comunicherà in un secondo momento l’eventuale riallocazione di nuove date, secondo le possibilità offerte dal Calendario Internazionale dell’UCI ma senza alcuna garanzia.
Inoltre, per quanto riguarda il personale dell’UCI, abbiamo adottato misure conformi alle nuove direttive del Consiglio federale adottate il 13 marzo 2020. Abbiamo quindi deciso di chiudere al pubblico gli edifici dell’UCI World Cycling Centre (WCC) di Aigle, che ospitano la sede della nostra Federazione. Per i 120 collaboratori dell’UCI e dell’UCI WCC abbiamo messo in atto un piano di continuità operativa attivando il lavoro a domicilio a partire da martedì 17 marzo 2020.
Redazione Cyclinside