11 giu 2019 – Una due cavalli sbuffa e saltella sulle strade sconnesse. Il mare si allontana, e da Scauri si va nella storia di una terra di cui si parla poco e si potrebbe pedalare di più.
C’è il Garigliano che scorre appena fuori a dividere Lazio e Campania.
Monte d’Oro e Monte d’Argento sono i confini di questo angolo di Basso Lazio protetto, dietro, dai Monti Aurunci, perché qui c’è il mare e se il tempo è bello, è meglio.
Tanta pianura e tanta salita, scegliete voi. Come i tre percorsi, da 8, 39 e 69 chilometri circa che hanno caratterizzato la prima edizione de “La Marittima”. Ciclostorica, figlia del concorso di scrittura “Il Bicicletterario”, che nasce fortunata anche se in concomitanza con altre manifestazioni. Ormai anche per seguire le ciclostoriche ci vorrebbe una squadra Pro Tour, con ciclisti pronti a onorare più eventi al giorno.
Ma poi basta scegliere la qualità. La Marittima ha unito la bellezza del territorio alla cura dei dettagli studiati fino all’ultimo e parando anche qualche imprevisto. Una cura da organizzatori navigati anche nei ristori, fatti di sapori locali e cibi spesso preparati in casa.
Stradine che si restringono e sbucano sul mare, vie che si inerpicano a ragalare un panorama che corre lontano fino a Ischia o alle coste affascinanti della Campania. C’è chi giura che nei giorni più puliti si arrivi fino a Sorrento con lo sguardo.
La Marittima si pedala in un caldo che trasforma il mare in foschia nascondendo le bellezze in un gioco di velature intrigante.
Oppure è solo la fatica di qualche strappo brutale. Il Lazio non è, storicamente, terra di salite del ciclismo, ma di strappi brutali se ne possono trovare un bel po’. Muri che potrebbero stare bene in una Classica del Nord, che a La Marittima costringono a scorrere rapidamente la scala dei rapporti, oppure a passeggiare, chiacchierando e senza imprecare. Che tanto un ristoro è sempre vicino (ma quanti ne hanno preparati, viene da chiedersi).
Roba da freddo, però. E ci voleva La Marittima per uscire fuori che è primavera, come nelle note di Tullio de Piscopo a coprire il rumore della spiaggia. Il via della mattina al fresco e poi il sole dell’estate a festeggiare il primo week end davvero senza pioggia in un calendario dispettoso anche a queste latitudini.
L’ennesimo ristoro e poi un incrocio di vie che rimette sull’Appia, in discesa verso Scauri a godersi un po’ di vento, penultimo premio prima della medaglia e della soddisfazione di avere inaugurato la bella storia che può diventare La Marittima.
Ci potremmo scommettere su. Qualcuno, alla fine, ha festeggiato anche con un bagno al mare.
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Guido P. Rubino