1 ago 2017 – Gli strumenti moderni a disposizione di ciclisti e preparatori permettono di effettuare misurazioni e rilievi durante l’allenamento, ma anche durante le gare, che sono molto più difficili in altri sport di resistenza.
L’applicazione più interessante di questi ultimi anni è la possibilità di misurare la potenza espressa durante la pedalata e paragonarla poi a tutti gli alti parametri: cadenza di pedalata, velocità, peso dell’atleta, battito cardiaco, e così via.
Ormai vari siti internet molto specializzati offrono i dati dei professionisti in gara. Il sito di riferimento rimane Training Peaks, utilizzato dalla maggior parte dei preparatori del gruppo, e quindi con una disponibilità di dati enorme. Quando Training Peaks – in accordo con preparatori ed atleti – decide di mettere a disposizione questi dati, spesso si rimane meravigliati dai risultati ottenuti.
Un caso emblematico è, a mio avviso, la 15° tappa del Tour de France corsa Domenica 16 Luglio, con partenza da Laissac-Sévérac l’Église e arrivo a Le Puy-en-Velay, vinta dall’Olandese Mollema.
Una tappa che non avrebbe dovuto rivelarsi fondamentale per la classifica, così come poi è stato, nonostante il dover affrontare il terribile Col de Peyra, considerata la salita più dura del Tour. Ma verificando poi i misuratori di potenza è evidente come anche gli uomini di classifica hanno fatto fatica vera.
I dati ovviamente sono tantissimi, ma voglio puntare il dito sulla palese differenza di energie necessarie ad un passista in salita, confrontando i dati di Dylan Van Barlee, 42° a 9’17” da Mollema, anche lui presente nella fuga che poi sgranandosi è arrivata a giocarsi la vittoria, con quelli di Rigoberto Uran, uomo di classifica piazzatosi 29° a 6’25” dal vincitore di tappa. Guardate il grafico: Van Barlee attacca sulla prima salita per riportarsi sui fuggitivi. Una performance incredibile da 452 watt medi, per completare la salita in 23’09”. Uno sforzo pazzesco. Uran sale 33” più lentamente, col gruppo Maglia Gialla, sfruttando ben 100 watt meno! Praticamente grazie all’aiuto del gruppo ma soprattutto al suo peso di 63 kg contro i 78 dell’atleta olandese sale al 22% dello sforzo (in termini di potenza) in meno. È chiaro che sono poi i dati personali e relativi che contano, ma questo dato assoluto la dice lunga su quanto conta il peso in salita.
Prendiamo ora il Col de Peyra. Van Barlee è alla fine di una giornata vissuta durissima passata in fuga. Le gambe non sono più quelle della prima salita, ma si arrampica comunque a 391 watt di potenza medi, quindi sempre utilizzando una forza invidiabile. Il colombiano Uran salendo con una potenza di 415 watt gli rifila 3’30”. Quindi sulla prima salita Van Barlee utilizza 100 watt in più per guadagnare 33”, mentre sull’ultima salita con “soli” 24 watt meno – che non sono pochi, ma in proporzione ai 100 spesi sulla prima la differenza è tanta – prende 3’30”. Questa è la notevole differenza data dai suoi 78 kg contro i 63 di Uran.
Un dato non può essere misurato con precisione: la stanchezza. Alla luce però di quanto rilevato dal misuratore di potenza è chiaro che il passista deve soffrire maggiormente durante tutto l’arco della tappa, e questo può fare notevole differenza in una tappa di montagna classica composta da più salite lunghe.
Stefano Boggia (www.daccordistore.it)