21 lug 2016 – Dopo aver parlato, ieri, delle implicazioni tecniche della posizione aerodinamica che va per la maggiore tra i professionisti quest’anno si è scatenata una bella discussione sulla nostra pagina Facebook. Vantaggio vero o solo moda?
Lo spunto ce l’ha dato proprio un lettore, Flavio, che ha riportato, a commento dell’articolo, un’immagine di una ricerca sull’aerodinamica svolta da Bert Blocken, dell’Università di Eindhoven. Il prof Blocken lo conosciamo già: è l’autore di una ricerca interessante sull’aerodinamica e il vantaggio che darebbero i mezzi motorizzati troppo vicini ai corridori.
Vista la posizione che i corridori usano sempre di più in discesa ha voluto applicare gli stessi principi del suo studio per capire se il vantaggio sia reale. Per questo è partito proprio dalla posizione di Froome, l’esempio più evidente è proprio di questi giorni, ma i corridori è già da un bel po’ che la usano, per studiarne la resa aerodinamica. Lo studio è stato effettuato al CFD, il software di fluidodinamica che le aziende usano sempre di più per valutare l’impatto aerodinamico delle proprie biciclette.
«Il modello impiegato è già stato testato in altre situazioni e con riscontri reali riportando poi la simulazione in galleria del vento – spiega Blocken – per cui anche il risultato di questa simulazione è certamente realistico».
Il risultato dello studio lascerà un po’ delusi i corridori sdraiati sul manubrio. Anche sapendolo, però, non ci immaginiamo che varieranno qualcosa visto l’impatto mediatico che quella posizione (pericolosa, lo ribadiamo) comporta. Però i fatti stanno così: a quanto pare la posizione da discesa classica è ancora più efficace. L’immagine di seguito parla chiaro.
Nei risultati che vedete chiaramente, la posizione più efficace, dopo quella da cronometro, è proprio la posizione tradizionale che i ciclisti sono soliti assumere in discesa e perfettamente in sella.
Probabilmente, quindi, passerà di moda anche l’ultima soluzione pericolosa. Un po’ come era stato anche per quell’altra posizione che, sempre per andare forte in discesa, prevedeva di appoggiare direttamente il petto sulla sulla, braccia allungate sul manubrio e arretramento totale. Tutto sommato era anche meno pericolosa, ma ugualmente poco efficace.
GR