Quante situazioni diverse possono capitare in una cronometro che, no, non è una gara in cui tutti potranno mai essere nelle medesime condizioni. Non si scappa a meno che non si mettano tutti sui rulli in atmosfera controllata. Una cronometro su strada è comunque il risultato di tanti fattori che compongono il contesto in cui il ciclista effettua la sua prestazione. La prima variabile, ovviamente, sono le condizioni meteo. Nella cronometro del Chianti, al Giro d’Italia, i primi hanno avuto l’indubbio vantaggio della strada asciutta che gli ha permesso, tra l’altro, di affrontare le curve molto meglio degli ultimi che le hanno trovate scivolose e infide (ricordate cos’ha combinato Zakarin?)
Nella cronometro iniziale, vista anche l’esiguità del distacco tra primo e secondo (pochi centesimi di secondo) avevamo evidenziato come il cronometraggio possa essere migliorato alla partenza (articolo qui) in favore della precisione.
C’è un altro fattore, poi, che vale la pena mettere in evidenza. Riguarda l’aerodinamica e quindi molto poco la cronoscalata di qualche giorno fa. Parliamo del disturbo aerodinamico in cui i corridori si possono trovare per i mezzi che hanno intorno durante la loro prova. Il regolamento, non a caso, ne vieta il sorpasso (domenica alla moto di un fotografo è stato sospeso l’accredito per averlo fatto), ma dice anche che i mezzi che li seguono dovrebbero essere a una distanza di almeno 10 metri (il motivo è di sicurezza, non si parla di aerodinamica). Regola, questa, applicata un po’ meno. Non è raro vedere corridori seguiti a brevissima distanza dall’ammiraglia, per non parlare delle moto che, pur non superandoli, si avvicinano per effettuare riprese televisive.
Influiscono sulla prestazione dell’atleta? Pare di sì.
Uno studio portato avanti dal prof. Bert Blocken, dell’università di Eindoven ha messo in evidenza come la compressione dell’aria davanti ad un veicolo che segue il ciclista può influire sull’aerodinamica del ciclista stesso entro una certa distanza.
La simulazione con software CFD e la successiva prova in galleria del vento ha portato, secondo gli studi di Blocken a evidenziare un vantaggio di 3,9 secondi in una gara a cronometro di 50 chilometri corsa a 50 chilometri orari. Il vantaggio diventa di 24,1 secondi con l’auto a 5 metri dal ciclista e addirittura di 62,4 (più di un minuto) con l’ammiraglia ad appena tre metri dall’atleta. La distanza, insomma, riduce drasticamente l’influenza e sembrano pure eccessivi i 30 metri di separazione consigliati da Blocken tra ciclista e ammiraglia. Lo studio completo si può trovare a questo indirizzo.
Uno studio più recente, sempre partendo da una simulazione CFD e avallato dai test in galleria del vento, parla di un’influenza analoga anche con la presenza di motocicli al seguito del ciclista.
Anche qui lo studio aerodinamico è stato rapportato ad una cronometro di 50 chilometri e simulando la distanza di una singola moto a 0.5 m, 1 m, 2.5 m, 5 m e 10 m. Il vantaggio potenziale è stato valutato rispettivamente in 108.7 s, 64.2 s, 20.1 s e 5.6 s e 1.0 s. Per avere visione completa dell’articolo, si veda qui.
Poi, ovviamente, si affronta anche il discorso della sicurezza dei veicoli così vicini ai corridori che possono risultare pericolosi in caso di problemi. Ma anche limitandoci solo all’aerodinamica appare evidente, da questi studi, che un po’ di distanza in più sia raccomandabile.
Redazione Cyclinside