13 apr 2019 – Eccole qui, già nei giorni di vigilia la Parigi Roubaix diventa una sfilata di corridori e macchine per il pavé. I camper sono posizionati nei posti imparati a memoria in tanti anni di pellegrinaggi delle Classiche. Sedie di tela senza spiaggia davanti, solo pietre. Non c’è età per andare a vedere la Roubaix, chi ha tempo e chi prende le ferie per la settimana santa e magari riesce a metterci dentro anche il Giro delle Fiandre..
I meccanici lavorano sulle biciclette che spesso sono diverse da quelle di tutti i giorni. A volte hanno tecnologie nuove con cui prendere confidenza. C’è chi spinge sui freni a disco, chi preferisce quelli tradizionali. In Deceunink Quick Step sembrano convinti sui dischi: “Aiutano anche a tenere meglio la posizione in gruppo” confida Stybar nel video (promozionale, intendiamoci) diffuso da Shimano e che vi proponiamo qui sotto.
Modernità Roubaix
Però c’è anche una nuova evoluzione delle biciclette. Negli anni Novanta c’era stato un boom di sperimentazione di soluzioni ammortizzate. A ben guardare derivava dalle tecnologia che si stava sviluppando, proprio in quegli anni, con la mountain bike. I sistemi di ammortizzazione del fuoristrada diventavano sempre più evoluti anche per scelte geometriche che agivano direttamente sul movimento delle sospensioni. In una corsa praticamente piatta come la Roubaix si poteva osare anche in termini di peso: non serve leggerezza assoluta qui, meglio puntare su comodità e affidabilità.
Oggi si sta tornando verso una ricerca di comodità che passa per nuove strade più tecnologiche e non si limita solo alle biciclette specifiche per la Parigi Roubaix. Si parla di gravel e quindi di un mercato che, a dispetto di alcune prudenze iniziali, sta prendendo piede per la sua versatilità. Ecco allora che lo studio di soluzioni per il fuoristrada leggero, quello che riguarda biciclette di foggia corsaiola, ha un senso maggiore e vale la pena investire economicamente da parte delle aziende.
La Roubaix, presentata proprio alla vigilia delle corsa delle pietre da Specialized è una bicicletta da corsa, ma forse anche una delle più vicine al mondo gravel. A dire il vero fa parte di una tipologia di prodotto ancora nuova e diversa dalle gravel, quello che si colloca tra corsa e gravel, si tratta di quella tipologia di biciclette che possiamo definire softail.
Così ci sono anche la Pinarello Dogma FS in questo senso e la Wilier Triestina Cento10 NDR. Biciclette che sfruttano un sistema ammortizzante al carro posteriore che insiste sull’elasticità programmata della fibra di carbonio. Ecco l’arrivo del composito, rispetto agli anni Novanta, ha dato una possibilità in più da sfruttare in molti settori.
Ovviamente restano anche valide tutte le soluzioni classiche per una prova dura come la Roubaix: dai manubri imbottiti ai doppi comandi in posizione strategica per poter cambiare senza togliere le mani dal manubrio e così via.
Nella stessa direzione si era mossa anche Bianchi con l’arrivo del Countervail, il materiale viscoelastico inserito in alcune parti dei telai per ridurre le vibrazioni. Nessun ammortizzatore qui, nel senso proprio del termine, ma certamente una ricerca di comodità che strizza l’occhio anche alla Roubaix (anche Bianchi, alla prima presentazione del prodotto, scelse proprio le strade della Parigi Roubaix (ormai sei anni fa).
Insomma, stavolta, e anche a dispetto delle biciclette da cronometro, terreno di sfida per tecnologie ultramoderne, le soluzioni dei professionisti diventano davvero alla portata di tutti. Con una bicicletta da cronometro non andremmo certo in giro regolarmente, ma con un modello comodo ci può essere certamente più interesse.
Ecco perché, con ogni probabilità, stiamo andando verso un’evoluzione sempre maggiore in questo settore.
Alla fine, la Parigi Roubaix, diventa la corsa dalla ricerca più moderna del calendario internazionale.
Guido P. Rubino
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