2 ago 2018 – Prima fu pensando alle cadute: nove corridori in corsa facevano il gruppo troppo folto. Togliamone uno. La situazione al Tour de France ha detto che, alla fine, le cadute non dipendevano da quel gregario in più che le squadre si portavano dietro.
Però c’è la Sky, che ha tutti corridori forti e il budget che altri non hanno. Che si fa? L’idea di Lappartient, fresco (ma neanche troppo) presidente dell’UCI, è di ridurre ancora i corridori: da otto a sei. Stavolta non per limitare le cadute, ma per ridurre lo strapotere della Sky.
A leggere le idee di Lappartient mi viene in mente quando c’era la categoria dilettanti e ancora un muro a dividere est e ovest. I corridori russi che venivano a correre con i nostri giovani erano tutti forti e in squadre ristrette (da sei, se ricordo bene) e dominavano lo stesso.
Ecco, a leggere certe proposte mi viene da pensare che in un ipotetico Tour de France 2019 con squadre da sei corridori, la Sky potrebbe piazzarli tutti e sei nei primi dieci, o giù di lì.
Invece con meno corridori al Tour e nelle grandi corse a tappe si rischia di ridurre gli organici delle squadre e quindi, di fatto, il numero dei professionisti in circolazione e questo certo non è un bene per il movimento.
E anche pensare che uno sponsor come Sky, che porta tanti soldi al movimento, possa essere visto come qualcosa di negativo, mi fa pensare che ci sia qualcosa che non vada, in assoluto. Un po’ come quando in Formula 1 si inizio a limitare i motori per ridurre la pericolosità. Col risultato che le automobili, con altre soluzioni, andavano ancora più veloci.
Ok, troviamo soluzioni per rilanciare lo spettacolo, ma cerchiamo di non mortificare il movimento (con meno corridori) e chi investe. Anzi, rendiamo il ciclismo appetibile anche per altri grandi investitori.
GR