8 apr 2019 – È un fenomeno e non lo scopriamo oggi. Mathieu Van Der Poel sa guidare la bicicletta e ha gambe da campione (quale è, mondiale, nel ciclocross). Ora, già da un po’ a dire il vero, sappiamo che è fortissimo anche su strada. Al momento sta dimostrandosi anche più forte del suo rivale di sempre (nel senso che le loro prime sfide erano già da giovanissimi) Wout Van Aert.
Al Giro delle Fiandre ha dimostrato di avere una condizione spettacolare e probabilmente era il più forte di tutti – se parliamo di energie in campo – salvo sprecarsi in un inseguimento in più dovuto a una rovinosa (e dolorosa) caduta. Una rimonta incredibile a riconquistare i primi e poi quarto sul traguardo. Sembrava fantascienza.
Pochi giorni prima, Van Der Poel aveva vinto la Dwars door Vlaanderen, che può essere considerata la sua prima Classica ma comunque impossibile da paragonare alla “Ronde”, al Giro delle Fiandre.
In queste due gare, corse a distanza di pochi giorni, Van Der Poel ha fatto vedere cose formidabili dal punto di vista atletico ma non solo: ha dimostrato di saper guidare la bicicletta in maniera formidabile. Roba da fare invidia al migliore Sagan.
Al Giro delle Fiandre ha fatto due numeri incredibili: nel primo è finita male. La sua abitudine a passare in posti impossibili, a dire il vero, lo ha tradito: ha toccato malamente un’aiuola e la ruota anteriore, anziché saltare, ha impattato violentemente sullo spigolo del bordo. Le immagini successive hanno mostrato la rottura non solo della copertura ma anche del cerchio che, a un certo punto, non ha più tenuto e ha scaraventato a terra il corridore, forse anche con la complicità di qualcosa a terra (sembrerebbe un tombino, ma difficile da individuare dalla ripresa dall’alto da lontano). Ma già tenere la bicicletta con la ruota deformata non è cosa da tutti. Successivamente la rimonta che abbiamo potuto ammirare.
Quando era già con il gruppetto dei migliori Van Der Poel ha fatto un altro numero giustamente sottolineato dai commentatori. Trovandosi stretto sul marciapiede ha provato a saltarci su. Operazione riuscita in parte perché la ruota posteriore è rimasta giù, mentre l’anteriore era su. Ora anche un corridore professionista abile in questa situazione è probabile che finisca a terra. Lui è riuscito a tenere la bicicletta per diversi metri di traverso fino a recuperarne l’assetto e rimettersi in corsa. Alla fine non ha neanche perso le ruote del suo gruppetto.
La terza azione da fenomeno che vogliamo sottolinearvi, non in sequenza cronologica, era avvenuta proprio nella gara che ha vinto. Alla Dwars door Vlaanderen Van Der Poel, mentre si trovava nelle prime posizioni del gruppo, vede una pietra (o un qualcosa di estraneo) sull’asfalto e lo toglie letteralmente di mezzo con una ruotata. Un’azione da funambolo fatta con una facilità che la dice lunga anche sulla lucidità del corridore e certamente della sua abilità.
Ecco, dall’incidente al Fiandre potremmo dire che deve imparare a fare più attenzione, ma è vero pure che certe cose possono capitare. Ma certamente uno così ha un vantaggio in più nel gruppo: fa meno fatica degli altri, perché chi ha capacità di guida di questo livello, riesce a ottimizzare gli sforzi più di qualunque altro corridore. Un vantaggio in più e se si è già forti…
Ecco le tre azioni di cui vi abbiamo parlato:
Guido P. Rubino
al Fiandre e’ caduto proprio vicino a dove avevamo parcheggiato noi la macchina; dopo la gara ci siamo passati e il marciapiede era perfetto, non c’era nessun ostacolo ne’ tombino; probabilmente la ruota si e’ piegata di 90° semplicemente a seguito della rottura totale