di Guido P. Rubino
È già storia: Campagnolo taglia per prima, tra i gruppi commerciali, il traguardo delle 13 velocità così come aveva fatto in precedenza con l’11 speed e il 12. Una rivoluzione nella rivoluzione, visto che il nuovo gruppo è dedicato espressamente al fuoristrada, territorio che la casa vicentina aveva iniziato ad esplorare già con il Chorus, vale la pena ricordarlo, con rapportature pensate anche per chi voleva pensare a una bicicletta ibrida.
Ma qui si va oltre e ve lo raccontiamo prima nel nostro video di presentazione e poi nel testo che segue:
Nell’immagine ufficiale, fornita da Campagnolo, ecco tutti i componenti del gruppo.L’Ekar prende il nome da una delle cime venete nell’altopiano di Asiago con le strade bianche della Prima Guerra Mondiale. L’Ekar è nato proprio su quelle vie. È un gruppo rivoluzionario per concezione e impostazione tecnica. Nei concetti è nuovo non solo per quanto riguarda il catalogo Campagnolo.
La nostra prova
Campagnolo ci ha fornito il gruppo completo montato su un telaio Specialized Diverge S-Works misura 54 montato con una guarnitura da 38 denti e un pacco pignoni 9-42. Le ruote Shamal carbon in versione Gravel (altra novità) con canale interno da 21 millimetri montate con coperture Pathfinder tubeless da 38 millimetri di sezione. Ruote di tutto rispetto e dal peso totale di 1.585 grammi con predisposizione 2-way fit.
Una bicicletta che avevamo già avuto modo di apprezzare e con il Future Skock 2.0 bloccabile abbiamo potuto provare le caratteristiche del gruppo grazie alla precisione e stabilità di guida offerta dal telaio.
La prima nota riguarda proprio la cambiata di cui eravamo particolarmente curiosi. Il sistema di leve elaborato da Campagnolo è decisamente preciso e immediato al punto da ricordare un elettronico. Decisamente apprezzabile la possibilità di “tirar su” anche fino a 4 pignoni per volta (nelle specifiche Campagnolo si parla di 3: dipende dalle regolazioni e hanno preferito rimanere su numeri certificati). Divertente e decisamente efficace l’azionamento della leva 3, quella che rilascia il cambio verso i pignoni più piccoli, dalla presa bassa. Ci si arriva decisamente meglio che nella versione cui eravamo abituati e nei tratti con fondo difficile non c’è rischio di perdere il comando. Anche l’appoggio è efficace, ma qui Campagnolo ci aveva già abituati bene.
Trattandosi di un sistema monocorona il punto cruciale è l’assortimento dei rapporti. Qui nella scelta, entra decisamente in ballo anche il tipo di percorso e preparazione del ciclista. Per questo motivo non ha senso parlare di un assortimento ideale: si tratta di un parametro decisamente soggettivo. Certo è che le rapportature minime e massima sono più che sufficienti per qualsiasi percorso.
Nel nostro caso, ad esempio, con un 38×9 si sviluppano poco più di 9 metri a pedalata: più che sufficienti a spingersi fino a oltre 80 chilometri orari con 150 pedalate al minuto (ovviamente in discesa, per chi ci riesce). Oppure si può arrivare a uno sviluppo demoltiplicato inferiore ai due metri col pignone maggiore da 42 denti. E in mezzo?
La progressività è stata studiata con cura nelle tre cassette disponibili, con i pignoni più piccoli con differenze di un dente e poi andando ad aumentare man mano che si sale di rapporto. Questo perché la differenza di circonferenza ha una proporzione inferiore con l’aumentare dei denti e si traduce in una progressività notevole grazie proprio alla quantità di pignoni presenti sulla cassetta. Qualche salto di troppo c’è, inutile negarlo, ma se si riesce a trovare il giusto assortimento non si sentirà mai troppa differenza.
Il resto della piacevolezza di guida lo hanno fatto le gomme generosamente larghe che hanno dato sicurezza anche in tratti dove abbiamo osato un po’ di più lasciando il Future Shock di Specialized completamente aperto. Avere un ammortizzatore sotto l’attacco manubrio permette di non dover assorbire tutte le vibrazioni con le braccia e di concentrarsi di più sulla guida e sulle eventuali cambiate. Il tutto senza il modificarsi della geometria della bicicletta come avviene con le “classiche” forcelle ammortizzate. Per chi è abituato alla guida stradistica questo è un “di più” notevole.
L’Ekar? Promosso con lode nel suo funzionamento e nella comodità dei comandi. Sulla lunga durata non possiamo ancora dirvi, ma certo è che Campagnolo ci ha abituati bene in questo senso. Né abbiamo avuto problemi di taratura del cambio o di regolazione dei freni nelle nostre uscite.
Le spiegazioni tecniche dei componenti le lasciamo alle prossime righe.
Carbonio, meccanico e monocorona
Il gruppo Ekar è di livello. Come al solito Campagnolo punta al vertice della gamma senza compromessi. E allora ecco le pedivelle con il classico giunto Hirth che fa parte dell’Ultra Torque Campagnolo: il sistema di innesto al movimento centrale unico nel suo genere. Pedivelle in fibra di carbonio con doppia finitura estetica che mette in evidenza il nome del componente. Campagnolo ha scelto, per la serie Ekar la soluzione monocorona perché con 13 velocità la scelta è davvero ampia e nell’assortimento di pacchi pignoni e corone c’è davvero da soddisfare ogni scelta. Notevole anche l’intruduzione del pignone da 9 denti. Decisamente piccolo, decisamente particolare. Nella filosofia del gruppo ci sta bene e, vedremo, pone prospettive nuove anche per altre soluzioni.
Ecco i componenti nelle loro caratteristiche tecniche:
Cambio Ekar
Il deragliatore posteriore è stato progettatto da zero. Togliete dalla mente tutte le conoscenze dei cambi campagnolo visti fino ad ora: qui si è ripartiti da zero perché si tratta di un progetto con finalità completamente diverse a partire dalla robustezza e dalla stabilità anche sotto le sollecitazioni delle strade accidentate. Non solo una molla più potente, quindi ma anche una geometria diversa del parallelogramma. Il movimento 2D, in questo caso, al posto del 3D dei cambi stradali, permette tenuta perfetta della catena sui pignoni e cambiate precise anche in condizioni difficili (con vibrazioni). Le pulegge del bilanciere sono da 12 e 14 denti per un movimento ampio della catena e capacità di assorbimento della lunghezza con le differenze notevoli che ci sono tra primo e ultimo pignone.
Pignoni Ekar
Quando hanno pensato al monocorona, in casa Campagnolo, hanno pensato alla cassetta a 13 velocità. O forse è stato il contrario? Di fatto una logica presuppone l’altra per offrire ai ciclisti una scelta di pignoni adeguata per non avere salti eccessivi tra le rapportature. Poi si è dovuto lavorare sulla robustezza del sistema: un pignone massimo da 42 o 44 denti presuppone un rischio di torsioni da eliminare in fase progettuale. Al centro del lavoro è stato posto il nuovo corpetto ruota libera N3W con costruzione a due monoblocchi per combinare acciaio e alluminio così da ottimizzare pesi e resistenze.
La nuova cassetta N3W è retrocompatibile con sistemi a 12 e 11 velocità tramita l’aggiunta di spessori ed è un brevetto “libero”. Questo vuol dire che i costruttori di ruote possono proporre soluzioni compatibili senza dover acquistare alcun diritto dal detentore del brevetto.
Le cassette sono realizzate in due monoblocchi proprio per garantirne la precisione e la robustezza. Ogni cassetta, una volta realizzata, viene controllata in oltre mille punti per assicurarne la perfetta rispondenza alle specifiche del progetto. Il tutto si traduce in un lavoro di oltre un’ora per ogni singola cassetta nei laboratori Camapagnolo.
Sono tre le possibilità offerte da Campagnolo nell’assortimento delle cassette: 9-36, 9-42 e 10-44.
Guarnitura Ekar
Aspetto tipicamente Campagnolo con pedivelle realizzate in fibra di carbonio unidirezionale e semiperni in acciaio. Le corone disponibili sono quattro: 38, 40, 42 e 44 denti per di più facili da smontare e sostituire: l’adattamento dei rapporti parte proprio da qui prima ancora che nella scelta della cassetta pignoni preferita. L’estetica con la fibra di carbonio a vista gioca con la grafica del logo Ekar in una soluzione decisamente elegante.
La lunghezza delle pedivelle prevede misure da 165, 170, 172,5 e 175 millimetri. Il fattore Q è di 145,5 millimetri.
Nel movimento centrale è stato aggiunto un o-ring interno per preservare maggiormente dallo sporco il sistema interno.
Ergopower Ekar
Anche qui l’imprinting Campagnolo è evidente e la comodità e garantita. La leva sinistra è un “semplice” comando freno in quanto manca, appunto, il deragliatore anteriore. La leva destra è più complessa di quelle stradali. La leva 3, quella che permette la discesa dei pignoni, ha una forma a C per consentire una presa decisa sia quando si poggiano le mani sulle manopole che quando si impugna il manubrio in posizione bassa. Situazione ideale e ottimizzata anche per chi ha mani piccole. Inoltre c’è la possibilità di spostare la leva 1 (quella del freno) regolandone la distanza dal manubrio così da avere una presa sempre decisa in qualsiasi situazione a prescindere dalla dimensione delle mani. Anche la finitura opaca e quindi più rugosa, nella parte finale della leva freno contribuisce ad aumentare il grip.
Come da tradizione Campagnolo la leva 2, quella che sovrintende la salita dei pignoni, è in grado di effettuare un’azione multipla con un unico movimento: fa salire fino a tre pignoni e risulta ideale quando ci si trova ad affrontare una pendenza secca e improvvisa. La discesa verso i pignoni più piccoli, invece, avviene in questo caso con un clic per volta per evitare azioni non volute nell’azionamento fuoristradistico.
Catena Ekar
Pignoni più sottili e spazi ristretti hanno richiesto una catena di dimensioni più sottili. Affidabilità e ed efficacia sono alla base del progetto, quindi niente paura per quanto riguarda la durevolezza. Efficienza anche per quanto riguarda la scorrevolezza: agire sul pignone da 9 denti significa avere spazi d’azione molto ristretti. Ma i test effettuati hanno assicurato che a livello meccanico l’attrito non influenza la prestazione rispetto al “classico” pignone da 12 velocità.
Interessante come con questo componente il sistema di chiusura, oltre che con il classico pin, possa avvenire con il sistema C-Link, più veloce ed efficace.
Freni Ekar
Il sistema di freni a disco idraulici Campagnolo è ormai già conosciuto e più che collaudato. Potenza e modulabilità sono di altissimo livello ed ampiamente efficienti con qualsiasi tipo di fondo e anche di copertura. I dischi sono disponibili in misura da 140 o 160 millimetri, le pastiglie sono in mescola organica e assicurano pari efficienza a prescindere dalle condizioni meteo.
Nella rielaborazione dei freni per il gruppo gravel si è proceduto a realizzare una nuova mescola delle pastiglie ed è cambiato anche il design. I pistoni interni dei freni Ekar hanno un ritorno con molla meccanica e non magnetica per avere una maggiore velocità rispetto ai gruppi stradali.
I dischi hanno uno spessore di 1,85 millimetri (un po’ di più rispetto ai concorrenti, fanno notare da Campagnolo). La forma è arrotondata (impossibile tagliarsi) e sette punti di connessione tra pista frenante e carrier flottanti per assicurare una dispersione ottimale e nessuna deformazione.
Pesi e prezzi
Un altro punto di forza del nuovo gruppo è il peso: quello dichiarato da Campagnolo è di 2.385 grammi nella configurazione 9-36: si tratta, a tutti gli effetti, del gruppo più leggero del mercato in questo settore (lo Sram Force, in configurazione analoga nella versione più leggera, ferma la bilancia a 2.471 grammi.
Il prezzo dovrebbe aggirarsi, orientativamente, attorno ai 1.700 euro (ma aspettiamo comunicazione ufficiale).
Universo Campagnolo Ekar
Non solo componenti ma anche una linea di abbigliamento gravel dedicato per uomo e donna e t-shirt da riposo. La linea Ekar è un vero e proprio stile diverso che si fa spazio nel mondo Campagnolo. Con lo stesso marchio del gruppo verranno messi a disposizione anche accessori per il bike Packing.
Ulteriori informazioni: https://www.campagnolo.com/IT/it
24 set 2020 – Riproduzione riservata – Cyclinside