1 lug 2018 – C’è un braccio di ferro in corso tra gli organizzatori del Tour de France, Aso, è il Team Sky, squadra di Cristopher Froome. Aso si sta appellando al proprio regolamento che gli permetterebbe di lasciare a casa un corridore se questo dovesse rischiare di arrecare danno all’immagine della corsa francese. Per contro la squadra inglese afferma che non essendoci alcuna squalifica per il proprio corridore di punta, questi sia perfettamente in regola a prendere il via alla Grand Boucle.
Col Tour alle porte la questione diventa sempre più scottante e certo, ma lo abbiamo già detto tutti e in modi diversi, rende ancora più inspiegabile una mancata presa di posizione dell’Unione Ciclistica Internazionale che, anziché rassicurare, lascia nel dubbio tifosi, appassionati e corridori (anch’essi preoccupati della situazione e dell’immagine che il ciclismo sta dando di sé al mondo). Addirittura c’è chi teme per l’incolumità del corridore britannico che potrebbe essere oggetto di proteste da parte dei tifosi stessi lungo le strade della corsa a tappe francese.
La stessa preoccupazione di immagine, ricordiamo, era degli stessi organizzatori del Giro d’Italia 2018, poi vinto dallo stesso Froome, che avevano paventato un’eventuale squalifica dell’atleta riguardante solo le gare già disputate all’epoca della positività alla Vuelta (settembre 2017), ma prontamente rimbeccati dalla stessa UCI che si è detta incapace di stabilire quando un’eventuale squalifica sarebbe partita (ne avevamo parlato qui).
Insomma, una situazione imbarazzante che pare continuarsi a protrarre. Con gli organizzatori del Tour che stanno facendo di tutto per non far partire il britannico e quelli del Giro che, anzi, gli avevano steso pure il tappeto rosso per averlo al via.
In tutto questo una parola definitiva dell’UCI diventa sempre più urgente.
Froome assolto dall’UCI. Può andare al Tour de France, salvo sorprese
GR