«Tre anni fa, un notissimo ciclista di un grande gruppo sportivo mi ha chiesto una fornitura di questo farmaco»: è bastata un’intervista rilasciata all’autorevole L’Equipe – e citata qualche giorno fa dal Corriere della Sera – per scatenare un nuovo polverone mediatico attorno al doping nel ciclismo.
L’intervista è quella a Franck Zal, biologo, dottore ed ex ricercatore. Zal lavora a Morlaix, in Bretagna. Da quasi vent’anni il suo laboratorio sta lavorando su un farmaco che sembrerebbe avere grandi effetti terapeutici a livello medico, ma che – ahi noi – potrebbe già aver coinvolto il terreno grigio del doping farmaceutico.
Il farmaco brevettato si chiama HEMO2life, è prodotto dalla francese Hemarina, fondata proprio da Zal. HEMO2life è ricavato dall’emoglobina animale dell’arenicola marina, volgarmente chiamato “verme della sabbia” o per dirla alla francese il “buzuc”, minuscolo invertebrato che riesce a resistere “in apnea” per ben sei ore tra una marea e l’altra, visto che la sua emoglobina è in grado di legare una quantità d’ossigeno quaranta volte superiore a quel che accade per l’emoglobina umana.
HEMO2life ha una grande efficacia in ambito medico per l’ossigenazione degli organi in caso di gravi problemi neurologici, per il trapianto diorami e anche per attivare la crescita cellulare. Ma da quel che sembrerebbe potrebbe già essere stato utilizzato in ambito sportivo.
Del resto il suo rilevamento nel sangue sembrerebbe eludere gli attuali controlli antidoping, pur se una ricerca scientifica di recente pubblicazione ha dimostrato che è possibile tracciare la sostanza nel sangue, a patto che il prelievo venga fatto entro un tempo relativamente limitato rispetto alla somministrazione del farmaco (4, massimo 8 ore).
Cioè che potenzialmente allarma il mondo dello sport, inoltre, è il fatto che, pur mancando l’approvazione per l’uso umano diretto, un conservante contenente emoglobina marina ha recentemente ottenuto il marchio CE che ne consente la commercializzazione in EU come dispositivo medico. È proprio questo a renderlo potenzialmente e facilmente disponibile per gli atleti che barano.
Ancora una volta, insomma, verrebbe da pensare che gli “stregoni” del doping sono sempre avanti ai controlli antidoping. Da parte nostra, invece, ad oggi preferiamo considerare queste solo come congetture, supposizioni tutte da verificare.
Del resto, cambiando un po’ le prospettiva potremmo anche pensare a quanto di buono una scoperta simile potrebbe produrre in ambito terapeutico.
L’estratto di questo articolo sulla storia di Frank Zal e pubblicato sul sito Hemarina lo scorso marzo 2023 parla proprio di questa scoperta, una scoperta partita niente di meno che da un verme*:
«A Morlaix, nel Finistère, Franck Zal, dottore in biologia ed ex ricercatore del CNRS, utilizza l’emoglobina di un verme arenicolo per trasportare l’ossigeno. […] Oltre Morlaix […] alla fine degli anni ’90 è stato raccolto un verme marino noto ai bretoni come buzuc. Vero campione dell’apnea, a suo agio in acqua come nella bassa marea. È bastato questo perché un dottore in biologia marina ed ex ricercatore se ne interessasse da vicino e facesse una scoperta importante. Negli ultimi quindici anni, il suo laboratorio ha lavorato sull’unica molecola di emoglobina in grado di legare grandi quantità di ossigeno, pur essendo compatibile con qualsiasi gruppo sanguigno. Queste informazioni rivoluzionarie stanno ridefinendo le frontiere della ricerca farmaceutica e danno nuova vita alla medicina. […] (Zal) si è specializzato nello studio degli invertebrati marini che vivono in ambienti estremi: […] studia numerosi invertebrati, fino al giorno della famosa passeggiata, quando una domanda fondamentale gli attraversa la mente: “Mi sono interrogato sulla respirazione dei buzuc osservandoli sulla spiaggia accanto al laboratorio. Dopo alcune analisi, ho scoperto qualcosa di incredibile”.
Infatti, la famosa creatura respira solo con l’alta marea e sopravvive senza ossigeno quando il mare si ritira. Questa capacità è dovuta all’emoglobina. Una molecola del sangue che immagazzina e trasporta l’ossigeno. L’emoglobina di questo verme marino è simile a quella che scorre nelle nostre vene, ma è in grado di legare una quantità di ossigeno 40 volte superiore, sufficiente a resistere per le 6 ore tra due maree: […] l’emoglobina in questione è libera nel sangue del verme, a differenza dell’emoglobina umana, che è immagazzinata nei globuli rossi, le cellule responsabili della tipizzazione del sangue.
[…] Secondo Franck Zal, “come biologo, per me era fuori questione spopolare le spiagge, quindi ho sviluppato un processo industriale per riprodurre questi vermi”. Il risultato è l’allevamento di acquacoltura Hemarina sull’isola di Noirmoutier in Vandea, il primo allevamento di questo tipo dedicato esclusivamente all’industria farmaceutica.
Con 13 ettari di stagni, tutto è organizzato come un orologio: le arenicole si riproducono solo una volta all’anno, quindi è necessaria la fecondazione in vitro. […] Contemporaneamente allo sviluppo delle risorse tecniche di Hemarina, hanno visto la luce i primi dispositivi medici, in particolare Hemo2Life, una soluzione per la conservazione degli innesti. […] È questa tecnologia che ha permesso a Hemarina di ottenere la sua prima certificazione CE. Una vera vittoria per Franck Zal, che afferma: “Quindici anni fa le autorità farmaceutiche erano estremamente caute. Quando ho proposto l’idea di mescolare l’emoglobina dei vermi con il sangue umano, mi hanno preso per pazzo”. Grazie a questo prezioso sesamo, Hemarina può ora commercializzare Hemo2Life in tutta l’Unione Europea.
[…] Nella testa di Franck Zal tutto accelerava: se questa emoglobina è extracellulare, non è influenzata dalla questione del gruppo sanguigno e può teoricamente essere messa in contatto con altri organismi senza rischio di rigetto, condividendo così la sua capacità di legare l’ossigeno. Fino ad oggi nessuna emoglobina conosciuta aveva queste caratteristiche. Con questa scoperta si prospetta la possibilità di sviluppare soluzioni per l’insufficienza respiratoria, dispositivi per l’ossigenazione degli organi o addirittura un sostituto universale del sangue. […] Nonostante lo scetticismo di alcuni, gli studi hanno dimostrato che l’uso dell’emoglobina dei vermi marini è promettente. […] Dopo 15 anni di ricerca e sviluppo e il deposito di 63 brevetti, Hemarina sta finalmente iniziando a commercializzare le sue soluzioni. Nel sito di Noirmoutiers si producono 750 kg di vermi all’anno, per una capacità produttiva annuale di 30 tonnellate, sufficiente a soddisfare la domanda futura».