Torniamo sullo speciale carbonio unito al rame che l’azienda veneta Sarto utilizza per realizzare alcuni dei suoi telai.
Ci torniamo perché l’argomento ha suscitato molto interesse, compresa qualche critica da parte di chi obietta sul come l’addizione di filamenti di rame nella trama composita possa effettivamente avere funzione strutturale, oltre a quella – ineccepibile e fuori di dubbio -estetica.
Enrico Sarto, come è nata l’idea di realizzare telai con questo tipo di carbonio?
«Semplicemente cercavo un materiale che potesse darmi maggiore comfort. Il mio fornitore di carbonio qui in Italia mi ha proposto questa soluzione. Il materiale si chiama Innovative, si tratta di fogli di composito che sono già utilizzati nel settore dell’automotive. Questo composito aggiunge filamenti di rame che, prima di essere intrecciati nella matrice di carbonio e resine epossidiche, vengono intinti in un bagno d’argento per poi essere verniciati con degli inchiostri colorati. Gli inchiostri possono essere verdi, blu, rossi e da qualche tempo anche bianchi. Alla luce del sole questi filamenti riflettono molto. Infatti quella estetica è una delle due funzioni di questo speciale carbonio».
E la seconda funzione?
«Appunto è quella strutturale. Questo metallo ha una buona capacità di smorzare le vibrazioni, soprattuto quando, come in questo caso, non è incollato in maniera solidale alle fibre di carbonio, ma è semplicemente intrecciato. Le caratteristiche meccaniche che ottieni sono simili a quelle dell’acciaio o del titanio, che però non hanno la stessa rigidità torsionale o resistenza del carbonio».
Perché proprio il rame e non altri tipi di metallo?
«Semplicemente perché il rame è sottile e malleabile e si presta bene ad essere intrecciato nella fibra. Utilizzando un metallo diverso sarebbe più difficile riuscire ad intrecciarlo».
Utilizzate carbonio di questo tipo per realizzare tutte le tubazioni del telaio?
«Sì, ma ci tengo a precisare che il rame è usato solo per la parte superficiale dei tubi, quella visibile, appunto quella che mostra l’intreccio. All’interno la struttura del tubo composito continua ad essere tutta in carbonio ad alto modulo, che è il più adatto per ricercare e garantire altre caratteristiche meccaniche. So che per alcune applicazioni questo carbono misto a rame viene utilizzato anche internamente, ad esempio per realizzare dei caschi. Ma in quel caso le esigenze sono diverse, sono prima di tutto di aumentare il carico di rottura, che appunto è una prerogativa di questo carbonio e che sui telai serve molto sulla parte superficiale, proprio per renderli più resistenti agli urti o alle botte».
E il peso?
«L’incidenza dell’impiego di rame su un telaio finito è al massimo di 30 grammi in più rispetto ad un telaio tradizionale. In realtà, le porzioni di carbonio con filamenti di rame le lasciamo volutamente a vista, per questo posso dire che l’eventuale aggravio di peso è compensato bene dalle vernici in meno utilizzate in quelle fattispecie. Ancora, non tutti i telai che produciamo utilizzano questo carbonio, solo alcuni, solo quelli su richiesta».
Oltre al rame potrebbero esserci anche altri materiali da utilizzare assieme al carbonio?
«Non lo so, io costruisco telai, non costruisco i fogli di carbonio che compro dai miei fornitori. Di sicuro nel settore del composito a base di carbonio si è utilizzato per molto tempo il Kevlar, perché è materiale che fornisce molta resistenza. Ma il Kevlar è anche molto pesante. Con il rame, invece, hai resistenza, hai peso relativamente contenuto hai comfort, e in più hai anche gradevolezza estetica».
Ulteriori informazioni: https://www.sartobikes.com/it
18 ott 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside