Un colpo di spugna ha cancellato la normativa etica dal settore amatoriale della Federazione Ciclistica Italiana. La normativa etica era stata inserita nel 2014 dall’Avvocato Gianluca Santilli, allora responsabile del settore amatoriale FCI e serviva a frenare l’esasperazione agonistica nel mondo amatoriale che portava troppo spesso a vedere dei team organizzati in maniera da fare invidia a squadre professionistiche in un settore dove il comune denominatore dovrebbe essere il divertimento più che il risultato. Esasperazione che ha portato troppi a esagerare nella ricerca di un risultato attraverso scorciatoie illecite. Sostanzialmente questa norma vietava a chiunque avesse subito una squalifica superiore ai sei mesi di poter prendere parte ancora a competizioni amatoriali. Ne avevamo parlato tempo fa proprio con l’Avvocato Santilli (cliccare qui)
Il nuovo responsabile del settore amatoriale, Andrea Cappelli, ha deciso per l’eliminazione di questa norma in una visione di semplificazione dei regolamenti e anche per la difficoltà di applicazione. Di fatto è accaduto che personaggi “non etici” abbiano preso una tessera da altri enti sportivi riuscendo ad aggirare il divieto federale. Un inghippo creato da un problema storico di confronto tra FCI ed enti della consulta che dovrebbero recepire i regolamenti federali in quanto operano in deroga della Federazione stessa. Cosa che raramente avviene per tanti motivi che vanno dalle disattenzioni alle convenienze in un settore che muove tantissimi soldi.
È effettivamente migliorata la situazione rispetto a sei anni fa da poter lasciare da parte la normativa etica?
A detta di Andrea Cappelli non si è notata una effettiva influenza della normativa nel contrasto al doping amatoriale proprio per la difficoltà oggettiva di evitare che si potesse aggirare il divieto a prendere parte alle manifestazioni. Al tempo stesso, prosegue il comunicato della FCI, sono anche cambiate nel tempo le regole dell’antidoping, col rischio di trovare quindi squalificato qualcuno che non lo sarebbe con i parametri odierni.
Certamente la soluzione semplificherà parecchio le cose, risolvendo alla radice il problema di alcuni casi limite che pure ci sono stati. D’altra parte, nel 2022, appare certamente curiosa l’impossibilità di incrociare i dati di differenti database per avere sotto controllo una situazione certamente complicata. I nuovi vertici federali si sono dimostrati più indulgenti, in generale, rispetto agli Enti di quanto non fosse con nel periodo precedente.
L’importante, però, è non perdere d’occhio un fenomeno, quello del doping, che nel mondo amatoriale assume colorazioni grottesche e rischia di allontanare chi voglia fare sport in maniera pulita e divertendosi.
Per chi volesse leggere il comunicato della Federazione Ciclistica Italiana il link è il seguente:
1 feb 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside (in apertura, foto di archivio di una granfondo amatoriale)
Alla federazione costava zero e da presidente pure visto che si tratta di chiedere un foglio ed una fotocopia in più. Se uno dichiara il falso in sede legale è un’aggravante non da poco per chi firmava.
Non capisco che utilità avesse levarla…