14 mar 2017 – Contador ha perso la Parigi Nizza per due secondi. Anzi, Henao l’ha vinta per due secondi. Dipende da che parte la guardiate.
Il ciclismo, nella sua storia, non è nuovo a gare perdute per pochissimi secondi, ma certo solo due secondi, dopo oltre 1.200 chilometri di gara, rischiano di far perdere il sonno, a buona ragione, anche a un corridore esperto come Alberto Contador.
Avrebbe potuto la tecnologia aiutare lo spagnolo delle Trek Segafredo a rosicchiare quei due secondi portandosi a casa la Parigi Nizza? Sì, no, forse.
Dipende.
Dipende da tantissimi fattori e certamente qualsiasi discorso si possa fare può avere altre controbattute. Le aziende spesso basano il loro marketing proprio sui pochi secondi che, se non fanno una differenza sostanziale per chi esce in bicicletta a divertirsi, possono evidentemente modificare il risultato di una corsa importante.
Un ragionamento interessante, in questo senso lo ha fatto il sito Velonews che è partito da uno studio secondo cui a 48 chilometri orari, su 40 chilometri si possono salvare 40 secondi riducendo la resistenza aerodinamica di 100 grammi. Avesse affrontato le discese in cui era da solo nella corsa francese con una resistenza inferiore di questi fatidici 100 grammi, ora parleremmo di lui come vincitore. Senza stare a scendere nei dettagli tecnologici dei materiali si può affermare – col senno di poi – che Contador avrebbe potuto vincere con una scelta dei materiali leggermente diversa e da un punto di vista puramente scientifico.
È corretto questo? Fino a un certo punto. Il risultato finale non è solo una somma di numeri, ma dietro a questi vanno anche le tattiche di corsa – avesse avuto quei due secondi in meno Contador, probabilmente Henao si sarebbe mosso diversamente – e questo vale ovviamente per ogni situazione del ciclismo.
Però è certamente qualcosa su cui meditare quando si scelgono i materiali fino al gonfiaggio delle gomme.
RC