20 giu 2020 – Le misure restrittive anti covid-19 hanno portato anche l’agenzia antidoping CADF a ridurre notevolmente i controlli fuori gara nel periodo della pandemia. Il tema era stato trattato, ma ora è stata quantificata la differenza rispetto allo stesso periodo del 2019.
A causa delle misure restrittive presenti in molti Paesi, in particolare in quelli dove si trova la maggior parte dei ciclisti che sono oggetto dei controlli i test effettuati si sono ridotti del 90 per cento. La stessa CADF ha precisato, comunque, che i campioni che si sono comunque potuti raccogliere sono comunque una quantità che eguaglia i test effettuati da tutte le altre organizzazioni nazionali antidoping messe insieme. Insomma, il ciclismo, anche in questa situazione, è sempre stato avanti nella lotta al doping rispetto a tutti gli altri sport (il cui tema, in effetti, non è stato affrontato).
È inoltre importante notare – prosegue il comunicato diffuso dalla CADF – che tra l’inizio dell’anno e lo scoppio della pandemia sono stati raccolti più di 2.200 campioni, di cui più di 1.250 raccolti fuori gara.
In questo difficile periodo di tempo, la CADF ha destinato tempo e risorse ad attività e progetti chiave, tra cui: supporto specifico alla WADA su indagini chiave, raccolta di informazioni, programmi di rianalisi, tra gli altri. Inoltre, la CADF ha elaborato un piano globale in previsione della ripresa delle competizioni ciclistiche.
Si sta comunque tornando alla situazione normale di controlli fuori gara e il contatto diretto con tutti i Paesi interessati è volto proprio a stabilire quanto prima quando riprendere il programma di test fuori competizione.
Nel suo piano di ripresa dei test, la CADF ha stabilito un elenco prioritario di atleti da testare prima della ripresa delle gare, utilizzando un’accurata valutazione dei rischi e una serie di criteri specifici. In futuro, si continuerà a rispettare le leggi e le restrizioni locali e a collaborare strettamente con la NADO, affidando eventualmente il lavoro in subappalto e comunque lavorando anche a stretto contatto con l’UCI.
Qualcuno potrebbe aver giocato sporco in questo periodo? Il rischio c’è. Speriamo non ci siano sorprese in futuro.
Redazione Cyclinside