La notizia che in casa Trek qualcosa fosse sul punto di accadere era in qualche misura già nell’aria. Qualche settimana fa alcuni organi di stampa di settore internazionale avevano diffuso delle dichiarazioni del presidente di Trek Bicycle, John Burke. Argomento? Un possibile riassetto della società come risposta al rallentamento delle vendite e al conseguente innalzamento del livello di scorte a magazzino.
In particolare, stando a quanto riportato, una delle direttrici principali dell’intervento avrebbe potuto essere la riduzione dei codici SKU (stock keeping unit) a catalogo. Cosa vuol dire all’atto pratico? Molteplici sono le possibilità. Ad esempio un numero inferiori di modelli in generale oppure meno varianti colore o opzioni di allestimento per lo stesso modello. E così via. Al momento non ci sono dichiarazioni ufficiali di Trek circa iniziative concrete in tal senso.
Cambio di marcia in Italia
È di oggi, invece, la notizia ufficiale che, con la creazione di Trek South Europe, la filiale di Trek sino ad oggi responsabile per i mercati di Francia, Spagna e Portogallo ora gestirà anche il mercato italiano. L’obiettivo più ampio è di migliorare la propria competitività in Europa.
La sede della nuova filiale è stata stabilita a Madrid, e sarà sotto la guida di Olivier Pelous, che negli ultimi anni si era dapprima occupato dell’integrazione di Spagna e Portogallo in Trek Iberia. Successivamente Pelous aveva seguito anche l’incorporazione del mercato francese con la creazione di Trek South West Europe.
E in Italia cosa succede per Trek dopo l’apertura dei Trek Stores? Davide Brambilla, amministratore delegato di Trek Italia, lascia l’azienda dopo 14 anni di onorato servizio. Come ha dichiarato Harald Schmiedel, VP Trek Europe, “ha aperto la filiale Trek in Italia, ha guidato una grande squadra e ha creato una forte rete di collaboratori impegnati rivenditori per il futuro del nostro Brand”.
Attraverso questa fusione, Trek intende ridefinire la propria struttura organizzativa per massimizzare il supporto ai rivenditori e consolidare il legame con gli appassionati del marchio.
E gli altri cosa fanno?
Questo di Trek non è il primo passo in risposta alle mutate condizioni di mercato da parte di un marchio primario. Nei mesi scorsi ne erano stati annunciati altri, ad esempio, citando i più recenti, da parte del Gruppo Accell (proprietario dei marchi Lapierre e Raleigh) e da BMC. Ne seguiranno altri? Staremo a vedere.
E sarà interessante osservare se e come risponderanno anche gli altri marchi in un mercato che, al di là delle fluttuazioni fisiologiche legate anche a fenomeni puntuali (vedi pandemia Covid) e stagionalità più in generale, sembra reagire con eccessivo timore al primo alito di vento contrario, considerata la bonaccia degli anni passati, nei quali le vendite hanno toccato livelli da primato.
Cosa aspettarsi nel prossimo futuro?
Ciò che sorprende, è forse proprio questo approccio “hic et nunc” che sembra basarsi più su una visione di breve termine che su logiche industriali di più lungo respiro. Notoriamente questa è la ricetta per raggiungere obiettivi di crescita sostenibile e durevole nel tempo.
Ciò che vediamo, invece, è un’andatura a strappi che appare più vicina alle logiche speculative tipiche del comparto finanziario. Cambi repentini di rotta all’inseguimento della massimizzazione del profitto immediato con azioni di espansione e contrazione non necessariamente inserite in una pianificazione organica di medio lungo termine.
Per maggiori informazioni: https://www.trekbikes.com/it