13 mag 2018 – Se il futuro delle biciclette sembra segnato con l’adozione, prima o poi e definitiva, dei freni a disco, c’è da considerare anche al giro d’Italia si inizino a vedere sempre più corridori dotati del nuovo sistema. I ciclisti del team Trek Segafredo, in particolare, sembrano aver fatto la scelta a favore dei dischi quasi definitivamente.
Il motivo? Occorre sperimentare per mettere a punto definitivamente questa tecnologia nelle corse su strada per non trovarsi impreparati quando il salto sarà definitivo. E, si badi bene, più che a un’imposizione del regolamento si arriverà a un’imposizione del mercato: semplicemente per i corridori professionisti non saranno più a disposizione biciclette con freni tradizionali.
Probabilmente a più di qualcuno verranno i brividi a leggere queste affermazioni, ma vi stiamo semplicemente riportando quanto sentito da più parti e da più interlocutori sul mercato. Per intenderci: quelli che stanno già lavorando sui progetti futuri dei grandi marchi e non solo. Aziende che programmano l’evoluzione del prodotto in un arco di tempo che comprende diversi anni: se oggi esce un determinato modello di bicicletta è chiaro che le aziende stanno lavorando già sui modelli dei prossimi anni. Quelli successivi già quasi pronti, ma intanto anche i progetti di evoluzione degli anni a venire.
E la strada appare inevitabilmente tracciata: freni a disco e basta. Danno al massimo qualche altra stagione di modelli “ibridi”, ossia con la doppia possibilità di sistema frenante, almeno nel top di gamma. Poi si andrà inesorabilmente verso i dischi, che ci piaccia o no. E allora, ci è stato riferito da più di un’azienda, tanto vale usarli anche in corsa. Servirà a capire cosa ci sia da migliorare e anche ad abituare i meccanici ai cambi ruote rapidi che, pure con i freni a disco, possono essere effettuati senza troppi problemi (a dispetto di quanto qualcuno tenda ad affermare tutt’ora).
In fondo è una conferma di quanto già intravisto alle classiche:
Quei cambi di bici alle Classiche parlano di un futuro più vicino per i freni a disco?
Redazione Cyclinside
La bici da corsa è bella così come la conosciamo anzi bellissima(sono più di trent’anni che ne faccio uso)però la bicida corsa con i freni a disco raggiunge un livello di sicurezza di gran lunga maggiore,soprattutto quando piove e nelle lunghe discese,perché tarpare le ali alle nuove idee ai nuovi sviluppi? In fin dei conti nel ciclocross già si usa e nella mtb da molto prima,io ho più di una bici dal carbonio al vecchio acciaio ma non disdegno la nuova trek con i freni a disco!!!
Un ringraziamento alla redazione di Cyclinside, che spesso condivide con noi lettori le confidenze di qualche addetto ai lavori circa le tendenze del mercato (ovviamente senza poter citare la fonte). Questo è importante per noi amatori, perchè ci permette di valutare con attenzione ed in prospettiva i nostri acquisti. Grazie davvero, continuate così! Magari dando spazio alla rubrica “si dice che” ogni volta che potrete.
Estetica a parte, che con i tradizionali è migliore, ma certo è soggettivo. Mi chiedo il calore sviluppato non incide sulla forcella in carbonio? E ancora, quanto tempo può resistere la suddetta forcella viste le sollecitazioni in frenata?
Del calore sviluppato alla forcella non arriva niente. E la forcella, in ogni caso, è dimensionata per supportare il freno a disco, quindi la durata non è diversa da qualsiasi altra forcella di pari livello per freni tradizionali.