Ancora freni a disco. Non si smette di parlarne perché è un dato di fatto che saranno i freni del futuro anche su strada. Non si scappa e non è solo un’operazione di marketing. Se siete convinti che siano “uguali” ai freni a calibro vuol dire che non li avete ancora provati davvero. Ne sono convinti anche i corridori, pur con tutti i dubbi che molti hanno in proposito di sicurezza e ancora di più (diciamolo, perché il problema è soprattutto qui) di velocità nel cambio ruote.
Qui è la questione centrale. Sostituire una ruota con freno a disco può essere pure velocissimo, ma lo sarà sempre meno di una ruota con freno tradizionale. Inserire il disco tra le pastiglie richiede quel po’ di tempo e precisione in più che possono giocare un ruolo fondamentale e la voglia di rischiare non è poi tanta.
E allora si ragiona oltre. Le correnti delle idee tra i costruttori scorrono. Piccole e grandi invenzioni potrebbero affacciarsi sul mercato. Alcune potrebbero essere risolutive e, lavorando un po’ di fantasia, fanno immaginare molto: soprattutto partendo dalla soluzione. Poi la strada per arrivarci la lasciamo agli inventori: bisogna far si che il freno a disco rimanga attaccato alla bicicletta. Così come avviene quando si fa un cambio ruote all’automobile: il freno resta lì, con la sua regolazione ottimale e bisogna occuparsi solo dei bulloni da svitare e poi ristringere. Ecco, una soluzione del genere potrebbe essere perfetta e convincere anche i più restii. Poi occorrerà vedere come realizzarla. Guai a immaginare un altro standard di telai, il mercato difficilmente accetterebbe un’altra rivoluzione dopo la novità del freno a disco. Non nei prossimi anni almeno. La soluzione dovrà essere necessariamente semplice e leggera (qui si giocherà molto dell’inventiva) e pratica nell’uso. A quel punto è probabile che molti sarebbero disposti ad adottarla. Scommettiamo?
Potrebbe essere un modo per avere un sistema ancora più rapido nel cambio ruote, anche più di quanto non si fa oggi con le biciclette tradizionali e questa si che sarebbe una bella rivoluzione che piacerebbe a tutti e potrebbe portare vantaggi anche ad altri tipi di bicicletta. Una volta tanto sarebbe addirittura la bicicletta da corsa a portare tecnologia alla mountain bike.
Insomma sì, ancora una volta “bisogna cambiar qualcossa de drio” come disse quella volta Tullio Campagnolo. E fece una rivoluzione. Ora siamo pronti per un’altra. Vediamo chi ci arriverà per primo. Il mercato mormora. E le voci arrivano da più parti.
GR
Ricordo di aver letto questo articolo tale e quale su cyclinside molti mesi fa. La sua riproposizione forse indica che qualcosa bolle in pentola. Magari in vista di nuovi gruppi 12v.
Un ingegnere, al Giro di uno o due anni fa, aveva presentato il suo brevetto in merito, dove anche la cassetta pignoni era ancorata al telaio.
Personalmente mi sembra laborioso anche estrarre completamente il perno passante. Una soluzione tipo il Mavic Speed Release sarebbe valida: il perno rimane nel mozzo come un classico quick release senza essere rimosso del tutto. Brevetto che Mavic concede liberamente a tutti, ma fin qui non molto adottato. Qualcosa di simile unitamente ai rotori “fissi” a telaio potrebbe velocizzare eccome i cambi ruota.
c’è già tutto, basta che si mettano tutti d’accordo