13 dic 2017 – La notizia sta rimbalzando in questi minuti e non porta bene al ciclismo. Non c’è da sorridere nemmeno per i più accaniti detrattori del britannico, perché Froome positivo è un cortocircuito che nel ciclismo attuale rischia di scatenare un incendio pazzesco.
La positività, si dice, è al Salbutamolo, un broncodilatatore che Froome avrebbe utilizzato durante l’ultima Vuelta. L’Uci ha dichiarato alla francese Afp che anche il campione B è risultato positivo e la positività a questa sostanza non prevede la sospensione obbligatoria.
Insomma c’è ancora da dire molto sul caso in sé, compreso lo scricchiolare di un sistema perfetto come è stato sempre quello della Sky, chiacchierato sì, ma perché fortissimo e organizzatissimo.
Un colpo tremendo (e “tragedia” non l’abbiamo usato a caso nel titolo) per il ciclismo che cerca di ripulire un’immagine fin troppo bistrattata anche a dispetto di altri sport che poi non risultano più santi. Ma certo non si può additare l’altro se non si ha la coscienza più che pulita. Ora, se verrà confermato tutto, c’è da aspettarsi una presa di posizione della squadra, forse un tentativo di isolare il corridore come avviene sempre in questi casi (ha fatto tutto da solo), ma poco cambia all’urlo di dolore che parte dalle testate dei giornali e che viene raccolto per quello che è: un disastro.
Sarebbe invece da riflettere sull’entità della positività. Giustamente si fa notare come Froome abbia sempre dichiarato i suoi problemi di asma e le cure che fa. Non resta che stare a vedere, ma la notizia è comunque un disastro così come viene data.
RC