12 feb 2019 – È notizia di qualche settimana fa quella del ciclista americano trovato positivo a un controllo all’età di 90 anni. Sembra una sorta di barzelletta e viene da riderci su. La faccenda, invece, è ben più seria e la risonanza mediatica data dall’incredibile età del protagonista ne ha innescato una vicenda politica.
Chi non si è fermato al titolo dei vari articoli che hanno fatto il giro delle riviste che parlano di ciclismo saprà già che al nonnetto positivo è stato revocato un record in pista, quello che aveva appena stabilito e che ha innescato il controllo antidoping, ma non è stato squalificato.
Questo perché la sua difesa basata sull’assunzione accidentale di epitrenbolone (un anabolizzante) derivante secondo lui dal consumo di carne “pompata” è stata parzialmente accolta. Parzialmente perché la giuria ha ritenuto che la presenza della sostanza fosse così minima da credere all’assunzione accidentale, anche se non ha creduto che questa sostanza potesse essere dentro ad una bistecca. Insomma non sappiamo come l’hai fatto ma non l’hai fatto apposta. Il record non te lo possiamo validare, ma siccome non l’hai fatto apposta non ti perseguitiamo.
Tutto questo perché esiste uno scontro di pensiero fra la Wada, l’agenzia Internazionale anti-doping, che emette una pena immediata al positivo, e la Usada, l’agenzia Americana anti-doping, che non vede di buon occhio questo sistema automatico e preferirebbe indagare sul come avviene l’assunzione di una presunta positività. Si riaccendono quindi vecchi dissapori e critiche verso l’uno e l’altro sistema, ma soprattutto sul fatto che esistono ancora disparità di trattamento: se il nonnino fosse stato preso positivo in Europa probabilmente sarebbe stato anche squalificato.
Travis Tygart, capo dell’Usada, ha dichiarato che il fatto che si parlasse di picogrammi (quindi nemmeno un nanogrammo) del suddetto anabolizzante scagionava Carl Grove da una presunta volontà di doparsi. Può essere vero, probabilmente solo medici sportivi altamente specializzati potrebbero dirlo, rimane il fatto che la sostanza c’era, e che le regole a questo punto non sono le stesse per tutti a livello Internazionale.
Stefano Boggia (https://www.daccordicycles.com)
Io parlerei anche del centinaio di giovani atleti beccati nella mia Bergamo.
Da amatore ci sono rimasto parecchio male, pensavo fosse un problema relegato principalmente alle categorie superiori.