3 ago 2019 – L’appuntamento è per domenica 18 agosto. Il Giro del Casentino compirà 103 anni, occasione per celebrare i 100 anni della nascita di Fausto Coppi che vince la classica aretina nel 1939. Sono passati ottanta anni da allora e l’albo d’oro del Giro del Casentino racconta la storia del ciclismo italiano. Dall’Airone di Castellania a Gino Bartali, da Magni a Pezzi, da Nencini a Pisauri, da Giovanetti a Modolo, da Riabushenko fino a Michele Corradini.
Presentazione della gara nella Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo e filmati storici in bianco e nero. Coppi protagonista, le sue vittorie, il suo mito: il Giro del 1947, il tributo trionfale al Vigorelli, lui che attacca sul pavé nelle corse del Nord vincendo Roubaix e Freccia Vallone. Successi raccolti e diventati immagini immortali esposte nel Museo dei Campionissimi di Novi Ligure con i cimeli donati dai figli Marina e Faustino.
Il Giro del Casentino – organizzato dall’U.C. Aretina 1907, tra le società ciclistiche più antiche d’Italia con i suoi 110 anni di storia – sarà all’insegna del campione di Castellania. Un omaggio a quest’uomo che “ha fatto sognare gli italiani nel dopoguerra”, ricorda il Ct della Nazionale Davide Cassani. E rivela: “Quando a scuola e alle gare incontro dei bambini, in molti non sanno chi fosse Coppi. La sua eredità va conservata”.
Il Giro del Casentino è uno scrigno pieno di aneddoti. Coppi costruì la sua vittoria sulla salita del Montanino che sarà affrontata anche in questa edizione. Era arrivato ad Arezzo in treno, imbarcatosi subito dopo aver vinto in Liguria la Coppa Contessa a Pugliola di Lerici. Non poteva mancare la classica aretina, già diventata mito. Nel 1934 l’aveva vinta Bartali, l’anno dopo Centogambe, nel 1937 Bartali e l’anno successivo lo scaltro atleta di casa Scatragli. In città, Coppi cercò una camera, del cibo e un negozio di bici dove vide una ruota di suo gradimento. La fece sua con i soldi vinti al Casentino. Aveva 19 anni. Pochi mesi dopo avrebbe vinto il Giro (il vincitore più giovane di sempre), ultima gioia prima che l’Italia entrasse in guerra.
“Non ho mai corso il Casentino – dice Cassani – Tra i dilettanti ho gareggiato solo due anni e non ne ho avuto l’opportunità. Conosco però bene questo territorio, dove da professionista svolgevo i miei allenamenti lunghi. Oltre 200 chilometri, dalla Romagna fino a Stia, su per le foreste casentinesi così ombrose e poi il ritorno”.
L’edizione 2019 prevede partenza e arrivo a Corsalone, frazione nel comune di Chiusi della Verna, guidato dal primo cittadino Giampaolo Tellini, orgoglioso di aver riportato la classica aretina all’antico splendore. Iscritti oltre 180 atleti e nomi di spicco come Simone Ravanelli (Biesse Carrera) vincitore del Giro del Veneto, il colombiano Einer Rubio (Aran Vejus), secondo un anno fa al Casentino e quest’anno quarto in classifica generale al Giro d’Italia, l’altro colombiano Santiago Buitrago (Team Cinelli) grande rivelazione al Giro della Valle d’Aosta, quindi Michele Corradini (Fortebraccio) vincitore nel 2018.
Da percorrere 170 chilometri (partenza alle 14). Fase iniziale la salita di Sarna (circa 3 km pedalabili), poi su e giù lungo la “casentinese” fino al capoluogo Arezzo per fare inversione di marcia e risalire verso la valle che ha accolto tra i “vip” del tempo anche Dante Alighieri. Si entra nella “fase due”, e il gioco si fa duro con la salita del Montanino che porta fino a Camaldoli (835 metri), dieci chilometri di terra santa (percorsi francescani) e un dislivello di 500 metri da colmare. Chi scollinerà dovrà fare attenzione lungo la discesa, tecnica. Sprint finale a Corsalone con ultimo chilometro in leggera ascesa. “Il Giro del Casentino è legato alla salita, che deve essere dura, altrimenti Casentino non è”, dice Franco Chioccioli, oggi diesse del Team Futura Rosini. “Nel 2015, ha vinto un mio corridore, Celano ed è stata una grande emozione”.
@lorenzacerbini