29 nov 2017 – Insolito forse è l’aggettivo che più si addice al Giro d’Italia numero 101 che è stato presentato oggi a Milano. Sicuramente è insolita la partenza in Israele, unica, anzi, difficilmente rivedremo una cosa del genere: il Giro che già sembrava lontano quando partiva dall’Europa ora ci sembrerà ancora più distante partendo addirittura da un altro continente. Una partenza che ha significati di vario tipo. Quello più religioso, come è stato presentato: da Gerusalemme a Roma, quello più economico, come è pure logico che sia (ma non si sta tirando troppo la corda?) e anche qualche strascico polemico per chi vede in Israele un interlocutore scomodo dal punto di vista politico.
Un Giro che nasce nel ricordo di Gino Bartali, proprio per l’aiuto che il campione toscano diede agli ebrei in tempo di guerra. Un giro che, all’opposto, salta a pie’ pari proprio la Toscana.
Però, ci sbilanciamo, appare proprio come un bel Giro, almeno sulla carta. Tappe insidiose già nella prima settimana (c’è un arrivo in salita sull’Etna) e altre frazioni nervose dove certo non si può pedalare pensando di rifinire la forma. Si rischierebbe di arrivare all’ultima settimana con distacchi significativi in classifica generale. Un Giro con pochi chilometri a cronometro e con Chris Froome che torna da campione, dopo le partecipazioni da semi sconosciuto di un po’ di anni fa.
Il Giro finirà a Roma il 27 maggio, dopo una trasferta fiume da Cervinia (arrivo in salita della penultima tappa) con un circuito che è quasi una kermesse e prometterà spettacolo. Lo stesso giorno della Granfondo Campagnolo Roma che vedrà esaltare la capitale come città della bicicletta in un giorno pienissimo. Per chi storce la bocca si può ribattere che un evento di grande portata è stato fatto anche a Londra (e non si trattava certo di un grande Giro) e la città è sopravvissuta. Anzi, magari Roma scoprirà ancora di più che in bicicletta si può. In fondo è il sogno proprio degli organizzatori della Granfondo Campagnolo che hanno già in piedi una scommessa che molti avevano visto perdente già alla prima edizione del 2012. Ci sarà di che dire e di che scrivere. Di sicuro sarà un esperimento che, se ben fatto, potrà dire qualcosa di importante. Bella sfida.
Sfida sportiva e di logistica, a cominciare dal trasferimento da Israele. Le squadre world tour sono attrezzate, l’organizzazione dovrà essere perfetta, ma il Giro potrebbe uscire da questo Giro come una corsa di primo livello. Sul fatto che fosse già più bella, come percorsi, lo sapevamo già. Se ci sapranno ben fare potremo anche perdonare questa partenza lontana lontana…
GR