11 set 2017 – Abbiamo visto alla Vuelta di Spagna come una discesa bagnata possa fare paura anche ai Campioni più esperti. Spesso l’asfalto bagnato cambia le carte in tavola, e ciclisti capaci su asciutto si trovano facilmente in terra con il bagnato. La pioggia sull’asfalto crea per le biciclette una situazione da roulette russa, dove si creano degli imprevisti deleteri come pozze d’acqua, oppure buche divenute invisibili proprio a causa del riempimento dell’acqua. Le strisce pedonali e le righe bianche della strada, che sono già di per sé scivolose con l’asciutto, col bagnato diventano come strisce di olio ad aderenza zero.
Saper guidare con la pioggia può voler dire fare la differenza e guadagnare tempo, ma sicuramente sopra ogni cosa vuol dire acquisire sicurezza, che non sarà mai al 100 per cento viste le condizioni, ma che non nuoce mai. Qualche accorgimento nella guida aiuta, e aiuta anche sfatare alcuni luoghi comuni errati sulle condizioni piovose.
Bici e materiali
Probabilmente le misure biomeccaniche utilizzate dalla maggior parte dei corridori al giorno d’oggi non facilitano la guida, ma si pongono soprattutto in prospettiva di un miglioramento della potenza e del confort sulla distanza. Che la guida ne sia penalizzata ne è un esempio il numero di cadute tra i professionisti, che negli ultimi anni è aumentato a dismisura. La discesa richiederebbe un bilanciamento del peso pari fra ruota posteriore ed anteriore e se questo equilibrio non c’è viene chiaramente ancora più palesato in situazioni di asfalto scivoloso. Ponendo come punto fermo che non possiamo modificare la posizione in bici durante la stagione, ma che dovrà essere personalizzata a inizio anno, concentriamoci su quello che possiamo modificare in poche ore prima di affrontare la pioggia: ruote e pneumatici.
Sulle ruote è piuttosto superfluo dire che se non siamo forniti di freni a disco sarà meglio evitare cerchi in carbonio. Sugli pneumatici, sfatiamo due miti errati: il primo è la ricerca della copertura scolpita da acqua. In realtà i copertoncini da bicicletta sono talmente piccoli che il disegno del battistrada è quasi totalmente ininfluente. Probabilmente con una gomma slick riuscirete a ottenere prestazioni molto simili.
Il secondo mito è che gomma più larga significhi più aderenza. Non è così, la gomma stretta ha la stessa aderenza e, caso mai, l’aderenza dipende più dalla qualità delle mescole.
Qualità e condizioni della strada
Molti sono portati a pensare che la condizione peggiore sia quella di pioggia battente. In realtà non è così: la situazione più scivolosa è quella post-pioggia, quando rimane una patina di acqua sull’asfalto ma non piove più. In questi casi molti sono portati ad avere più fiducia anziché essere più cauti, e cadono facilmente. Come detto all’inizio dell’articolo dobbiamo evitare come la peste linee bianche, strisce pedonali e tombini. E poi attenzione anche se ci prende la pioggia in allenamento: sulle strade più trafficate spesso i camion perdono gocce d’olio durante le manovre, quindi in prossimità di rotonde o curve strette. Con la pioggia queste gocce diventano micidiali per ciclisti e motociclisti. Molto più sano percorrere strade a basso tasso di traffico, dove olii e scarti di benzine sono inferiori.
La guida
Con il bagnato dobbiamo prima di tutto tenere presente che la bici sarà meno inclinata durante l’attraversamento della curva. Conviene posizionarsi quindi con uno stile da fuori stradisti, con peso esterno alla bici e gamba esterna che schiaccia verso il basso è sicuramente una soluzione che porta miglioramento. Da tenere presente gli spazi allungati di frenata, quindi maggiore anticipo nell’impostazione di curva, e più rischio nel correggere con i freni durante la curva. Piccolo trucco per la frenata per chi non usa freni a disco: l’acqua crea una patina fra cerchio e pattini freno che ne altera decisamente in peggio la potenza frenante. Azionando le leve un po’ di anticipo sulla futura frenata che dovrete fare, date due o tre colpi leggeri al freno in modo che pattini e cerchi si puliscano dall’acqua, dopodiché la frenata vera e propria risulterà più efficace.
Se non siamo soli ma in gruppo, dobbiamo essere bravi a valutare chi abbiamo davanti. Se chi ci precede ha assunto una posizione rigida e intimorita, molto probabilmente finirà col cadere e ci porterà con lui. Scegliere bene chi ci precede è fondamentale. Conviene aumentare in ogni caso la misura di sicurezza, perché alcuni corridori più timorosi frenano con largo anticipo, troppo. Poi è buona cosa seguire una linea interna in curva: se siamo esterni una eventuale caduta ci coinvolgerà facilmente. Passare all’interno è forse più lento ma anche più sicuro.
Stefano Boggia (www.daccordistore.it)