Un bellissimo esercizio di stile e di forza, quello della cronosquadre, intrinseco anche di valori di condivisione e di gruppo. Una specialista che ha vissuto i tempi d’oro negli anni ’70 e ’80 con le mitiche 100 km per Nazioni. Poi un decadimento, addirittura molto criticate negli anni a cavallo del 2000 quando erano solamente appannaggio di una tappa del Tour de France, ed ora rifiorite grazie alla presenza al Mondiale. Gli scettici stanno già contestando: dall’apparire di questa specialità il numero di team iscritti è diminuito. Ma non vuol dire niente, è un dato nullo: è chiaro che se proponiamo una starting list per team e non per nazionali, si presenteranno solamente le squadre che ambiscono ad un risultato concreto. Il piazzamento, quando c’è in ballo un titolo, conta poco.
Sono nate negli ultimi anni anche gare a crono squadre per gli amatori. Bellissimo. Ma non cadiamo nel tranello di imitare i pro. Bisogna stare attenti, perché una cronosquadre può risultare anche pericolosa. E richiede tantissima preparazione.
Innanzitutto la bici. Guidare una bici da crono non è roba da tutti i giorni e se non si ha particolare familiarità, meglio usare la bici normale, magari con un paio di appendici triathlon. Non è una perdita di tempo, anzi: per sfruttare al massimo la bici da crono bisogna usarla e abituarsi. Se non si fa questo, si rischia una prestazione addirittura inferiore.
Sapere dare i cambi in modo esatto sembra facile, ma pensate ai quartetti su pista che spendono ore e ore per coordinarsi. Non è per nulla facile e scontato. E se non avete passato ore insieme alla vostra squadra, non andate a limare il dettaglio: meglio mantenere 30 – 40 cm dalla ruota di chi ci precede e viaggiare in sicurezza. I professionisti stessi cadono molto spesso alle cronosquadre: basta lo scarto improvviso di una buca, un rallentamento, e si rischia di decimare la squadra.
Le cadute con una bici da crono sono tutt’altro che belle. Con le mani raccolte al centro del manubrio, è facile rompersi una spalla nell’impatto. Pensateci bene prima di andare a limare le ruote.
L’allenamento richiederebbe tantissime ore con la squadra. Si sta parlando ovviamente non di cinque o sei uscite insieme, ma di almeno 100 ore passate a fare allenamenti di tecnica. Quindi meglio regolarsi e fare del proprio meglio senza esagerare. Per migliorare singolarmente, sicuramente bisogna lavorare sul ritmo con tratti di 8 – 10’ a livello della soglia aerobica, ma anche tratti di 20 – 30’ a 7 – 8 battiti sotto alla soglia. La forza resistente è basilare: ripetute di due minuti in salita a massimo rapporto, ma meglio ancora un lavoro “a secco” con i pesi in palestra.
La tattica nella crono squadre può risultare decisiva: il più forte, o i più forti, possono pareggiare i conti con cambi più lunghi, attenzione: non tirando più forte, matirando più a lungo. La velocità deve rimanere quanto più possibile costante. Ancora una volta un avvertimento sulla sicurezza: sul finale siamo tutti più stanchi, quindi meno lucidi e attenti. Quindi sottolineiamo ancora: meglio stare 10 centimetri più lontano da chi ci precede che finire in terra. Limare il centimetro vuol dire a fine crono anche 3 o 4 secondi, che possono far la differenza in Campionato del Mondo, ma non in una gara di secondo piano.
Stefano Boggia (https://www.daccordicycles.com)