di Lorenzo Arena
Aspettative a mille per la prova italiana di Coppa del Mondo di ciclocross 2022. Non tanto perché si trattava di un gradito ritorno, ricordiamo che l’ultima tappa italiana risale al 2017 a Fiuggi, ma soprattutto perché la gara è stata espressamente voluta su un percorso completamente innevato per dimostrare al Comitato Olimpico Internazionale che il ciclocross può diventare disciplina olimpica (invernale) a tutti gli effetti.
Iniziamo questo resoconto dalla fine ed eleggiamo i vincitori.
Il pubblico italiano ha risposto alla grande. Più di 3.000 biglietti venduti nella sola prevendita, tifo “da stadio”, di quello buono, nel tratto più impegnativo del circuito. Il tutto in una domenica e in un luogo dove la gente si trova per sciare e non per “perdere” le migliori ore della giornata per vedere quattro pazzi che pedalano sulla neve.
Vincitrice è anche l’organizzazione, in tutte le sue sfaccettature. La Flanders Classic, che organizza tra l’altro anche il Giro delle Fiandre, ha gestito tutto, ma il suo CEO Tomas Van Den Spiegel ci ha tenuto a sottolineare l’enorme disponibilità e aiuto ricevuto dalle autorità locali. Due anni e mezzo di lavoro per uno scopo ben preciso: portare questa disciplina alle Olimpiadi invernali. Tutte le parti coinvolte possono tornare a casa stasera con il sorriso sulle labbra.
Visto che stiamo parlando dei vincitori, o meglio vincitrice, parliamo della giovanissima Fem van Empel, che sale sul podio di una gara di coppa del mondo per la prima volta e lo fa innalzandosi direttamente sul primo gradino. Gara che sembrava già delineata a suo vantaggio dopo il primo giro, ma che nell’ultima tornata si è tinta di giallo, il giallo “Jumbo”della campionessa Vos per essere più precisi. Dopo una scivolata al secondo giro, con conseguente problema alla catena, Marianne Vos è stata cronometrata a ben 1’10” di ritardo da van Empel ma, mai doma, si è riportata sotto proprio alle ultime due curve della gara. Quella che sembrava un’infilata perfetta ai danni della teenager van Empel, si è rivelata un’infilzata, alla lettera, con un palo in legno che delimitava il percorso. La successiva caduta della Vos ha spianato lo sprint per la prima vittoria di stagione di Fem van Empel. Da sottolineare l’alto spessore sportivo di Marianne Vos nelle dichiarazioni post gara. A un “Marianne, si puo’ dire che sei arrivata a un palo dalla vittoria?”, la campionessa sorridendo ha risposto: “Già! Ma temo che quel palo fosse lì già da un bel po’”.
La nostra Eva Lechner, dopo una partenza un po’ sofferta, ha fatto vedere tutte le sue doti tecniche flirtando tutta la gara con il podio, ma mancandolo, peccato. Ultimo gradino che è andato alla canadese Maghalie Rochette.
Parliamo ancora di vincitori e non si può non parlare di Wout van Aert. Il simpaticissimo ex-campione del mondo Paul Herygers durante la gara ha sottolineato che Wout: “pedala sul fango, pedala sull’asfalto, pedala sulla sabbia, pedala sulla neve… chissà se pedala anche sull’acqua!”
Ecco lo spoiler, la vittoria è andata anche oggi a van Aert. Anche oggi perché per far capire meglio cosa ha fatto bisogna riavvolgere il nastro a ieri mattina. Il sabato mattina Wout ha ancora fatto il papà con George nella sua casa a Lichtaart in Belgio. Poi è andato in auto nella vicina Essen, ha corso e stravinto un cross durissimo con fango fino alle ginocchia, poi è andato in auto a Charleroi, preso l’aereo, atterrato a Bergamo, da lì in auto fino in Trentino. Senza ricognizione, se si esclude quella fatta poco prima della gara delle donne, e partendo dalla terza fila, ha avuto bisogno solo di un giro per mettersi in testa alla gara e non spostarsi più. A vederlo pedalare, sembrava tutto molto facile ma giudicare dai capitomboli in sottofondo, proprio facile non era.
Dietro di lui una menzione particolare per Michael Vanthourenhout, forse il crossista più tecnico in circolazione, ha fatto di tutto per rendere la vita difficile all’immenso Wout, ma alla fine si è dovuto piegare anche lui alla legge del più forte ma lo ha fatto con l’onore delle armi. A completare il podio l’inglese Tom Pidcock che ha avuto la meglio con un duello all’ultima caduta sul leader della classifica Eli Iserbyt.
Nelle interviste di rito, si è sentito van Aert ringraziare il pubblico per lo spettacolo. Ricordiamo che Wout è un’amante dell’Italia e appena ha un momento libero trascorre le vacanze nel Bel Paese.
Purtroppo gli italiani non sono riusciti a immettersi tra i primi. Il primo azzurro è stato Filippo Fontana: 15° a 6’03”. La differenza di livello con gli atleti del nord Europa è chiara, poi su circuiti impegnativi come questo, è chiaro che i minuti “fioccano”. I belgi hanno corso domenica scorsa a Boom su un percorso dalla difficoltà tecnica estrema mentre in Italia si è corso in Val Fontanabuona su un prato perfettamente in bolla, facendo zig zag tra delle fettucce. Senza togliere nulla ai nostri, questi fattori tecnici, evidentemente, ad alto livello poi si pagano.
Abbiamo parlato dei, tanti vincitori, ma chi è uscito sconfitto? Semplice: tutti gli assenti con la Baloise Trek Lions di Toon Aerts e Lucinda Brandt su tutti. Il patron Sven Nys si è battuto per anni per un a internazionalizzazione del cross e quando si presente una bella opportunità ecco che il Team va in ritiro in Spagna per macinare chilometri. Un brutto autogol. E, tanto per dire, stasera Wout van Aert è partito dal Trentino per andare in ritiro con la Jumbo in Spagna!
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12 dic 2021 – Riproduzione riservata – Cyclinside
(Foto di: Daniele Molineris, Giacomo Podetti, Mauro Mariotti e Michele Mondini)