Alla vigilia le domande che circolavano tra gli addetti ai lavori erano: “Chi farà secondo?” oppure: “Aspetterà metà corsa prima di andarsene o sarà un van der Poel show dal primo chilometro?”. Il Mondiale Ciclocross per Elite a Tabor (CZ) è appena terminato ed è finito come, in definitiva, era prevedibile, viene quasi da chiedersi se c’erano dubbi davvero.
Lo sguardo di Mathieu van der Poel in griglia prima del semaforo verde aveva fatto capire l’aria che tirava. Accelerazione micidiale, primo alla prima curva e alla seconda solo il belga Niel Vandeputte gli rimane in scia, almeno per i primi ettometri. Il resto è solo van der Poel. Mathieu ha preso velocemente un vantaggio rassicurante sul secondo, che nel frattempo era diventato il compatriota van Joris Nieuwenhuis. Quando i secondi di differenza sono arrivati a quaranta, van der Poel ha innestato il cruise control e ha gestito la corsa fino all’arrivo, lineare, semplice, supremo, al limite del noioso per lo spettatore ma la posta in palio era alta con il suo sesto titolo di Campione del Mondo ciclocross come premio.
Del secondo, Nieuwenhuis, abbiamo già detto ma per la terza piazza? A salvare l’onore dei Belgi ci ha pensato la “garanzia” Michael Vanthourenhout. Dopo l’ennesima tripletta nella gara femminile, Michael si è intromesso rovinando quello che sembrava essere un altro podio completamente arancione con Pim Ronhaar (4°).
Dopo il titolo nella categoria Junior di Viezzi, a proposito: un grosso complimento a lui, l’Italia degli Elite si è affidata a Fontana e a Bertolini con il primo capace di arrivare nella top20 (17°) mentre solo un 30° posto per Bertolini. Ora speriamo, finalmente, nelle nuove leve che siano in grado di proseguire quanto promettono.