La recente pubblicazione delle statistiche di vendita di Ancma dell’ultimo anno comprova una certa sofferenza anche del comparto bici per via di diversi fattori. Vale la pena però non soffermarsi ai dati ufficiali e ‘verticali’, ma è opportuno provare a dare una lettura più approfondita degli stessi numeri evidenziandone alcune virtù che a tanti saranno sfuggite: perché, nell’interesse dello sviluppo dello sport, del turismo e della mobilità ciclistica, si possono ancora leggere tutto sommato delle buone notizie esercitando un confronto diretto fra i valori dichiarati di biciclette ed e-bike con quelli automobilistici e motociclistici dello stesso periodo.
Laddove la stessa associazione dei costruttori titola come notizia negativa il calo delle vendite bici del 10 per cento (1.772.000 nel 2022), anzi precisamente del 10,2% andando a calcolare in base ai valori dichiarati un anno fa (1.975.000 del 2021, da prendere ‘con le pinze’ poiché arrotondati alle migliaia di unità), tale dato, per incominciare, è ad esempio inferiore di circa mezzo punto percentuale rispetto alla rilevazione del mercato auto nel 2022 (-10,76% di immatricolazioni). In una visione quindi opportunamente più olistica rispetto alle comunicazioni ufficiali che vanno a compartimenti stagni, come accennato sopra sarebbe bene quindi leggere i numeri non solo in senso assoluto, ma con un approccio analitico rivolto alla totalità dei veicoli per la mobilità personale venduti.
Oltre alle auto, è quindi un ottimo esercizio includere anche ciclomotori e motocicli che, dopo una crescita esplosiva a doppia cifra nel 2021 (21,21% dopo un 2020 in perdita del 5,52%), attestano il loro progresso nell’ultimo anno con un magro +0,95%. A fronte di una sommatoria di tutti i veicoli (auto, moto e cicli) per un totale di 3.380.363 unità vendute nel 2022, rispetto al 2021 in calo del 9,60% (dal 2019 al 2020 la diminuzione era più contenuta, al 6,76%, ma era da imputarsi esclusivamente ai mezzi a motore), oggi il vero dato che conta è il consolidamento di una quota di mercato della bicicletta superiore a quella di auto e moto messe insieme. Ciò che deve rimanere impressa infatti è l’affermazione, dal 2020 in poi, di un market share della bicicletta superiore al 50%. A titolo di confronto, nel 2019, l’ultimo anno pre-Covid, tale quota si era fermata al 44%. Perciò, a seguito di uno strepitoso 2020 con i mezzi a pedale schizzati al 55,37%, nei due anni successivi le performance sono state in fondo molto simili: 52,82% nel 2021 e 52,42%. In quest’ottica, quindi, la diminuzione di biciclette vendute è sotto certi aspetti non preoccupante, visto che per quanto concerne la quota di mercato complessiva si misura soltanto in -0,4%. Togliendo dai giochi le moto, addirittura il rapporto nelle unità vendute fra bici e auto nell’ultimo anno è migliorato, salendo dal 57,24% al 57,37%. Certo, rispetto al 2019 sono stati consegnati ben 513.128 mezzi a due e quattro ruote in meno, ma a fronte di un mercato notevolmente ridimensionato, i veicoli a pedali godono di salute e prospettive più che discrete. Anche perché è lecito ipotizzare che la loro crescita non finisca qui, andando a considerare un altro importante indicatore, cioè la percentuale di e-bike rispetto al venduto complessivo di bici.
In un confronto con un mercato più maturo per la bici a pedalata assistita come quello ad esempio della vicina Svizzera, risulta tutto sommato confortante quel 19% di market share di e-bike sul totale di bici vendute in Italia: a ben vedere, infatti, sono una buona cifra (in costante ascesa: 11,38% nel 2020, 13,93% nel 2020, 14,94% nel 2021) ma non così tante in assoluto. Se da un lato avere meno e-bike vendute può indicare sia una spesa minore media ma anche un possibile alto tassi di utenti sportivi, resta intuitivamente ancora una ancora ampia possibilità di crescita senza per questo andare a erodere significativamente la quota di biciclette urbane, per sport o in generale per divertimento senza pedalata assistita. Al di là dell’exploit del 2020 che aveva portato la confederazione addirittura a vedere vendere oltre il doppio di biciclette rispetto alle automobili, oggi le unità vendute di biciclette in Svizzera raggiungono il 67,82%, con solo 2% in meno di nuove moto rispetto all’Italia. Certo, la popolazione è 7 volte più piccola ma il mercato è più contenuto di soli 4 ordini di grandezza: segno di una maggiore vivacità e propensione a cambiare i mezzi, frutto di tanti più o meno noti fattori. Infrastrutture, cultura, ma anche incentivi regolari e facilmente accessibili alla popolazione e alle aziende.