Bel numero del tedesco che “riscatta” così per la Bora il ritiro di Peter Sagan, dolorante a un ginocchio e quindi deciso a fermarsi dal Tour (e dando appuntamento direttamente alle Olimpiadi) Nils Politt traduce la sua combattività in una bella azione. È stato il promotore della fuga, l’ha rilanciata e si è messo in tasca la vittoria (a più di 47 di media).
Il 13, nel ciclismo – e non solo – è considerato numero sfortunato. Al punto che per scaramanzia il corridore che lo indossa in corsa ne mette uno a rovescio per scongiurarne gli effetti infausti. Vezzi o vizi che si apprezzano con un sorriso. Tredici era il numero dell’ultima cena, e sappiamo come andò a finire a Nostro Signore.
È finita bene per i tredici in fuga di oggi, invece, che nella tavola della fuga si sono apparecchiati con cura permettendosi pure di scatenare la bagarre a più di 40 chilometri dall’arrivo. Certo, con uno come Greipel non c’è tanto da stare tranquilli in un arrivo in volata e la battaglia era solo questione di accendere la miccia.
Non c’è voluto neanche tanto perché davanti scappino via in quattro. Un po’ per caso ma neanche troppo: Kung, Politt, Erviti e Sweeny, roba da quartetto viste le caratteristiche da passistoni dei fuggitivi. Dietro sono rimasti i pezzi grossi in grosso disaccordo. E Alaphilippe con un palmo di naso. D’altra parte chi si mette a tirare per riportare sotto uno come Greipel?
Finale segnato, quindi. Sullo strappo a 15 chilometri dal finale si è perso prima Stefan Kung, poi è partito definitivamente Nils Politt che si è involato al traguardo di Nimes.
Il gruppo, dietro, se l’è presa comoda. Nel suo pascolare tranquillo il distacco è andato a superare i 15 minuti. Bella la volatina del gruppo regolata, con onore di firma, dalla maglia verde di Mark Cavendish.
8 lug 2021 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside