A volte sono i corridori ad andare più forte delle moto. E se le staffette con calcolano bene gli spazi rischiano di trovarsi i ciclisti in coda senza riuscire a togliersi di mezzo. Pensate alle discese. Portare una motocicletta, nel gruppo dei corridori è tutt’altro che facile. Sono sempre due ruote ma i pesi e le strutture diverse spesso portano a traiettorie diverse: un ciclista professionista in certe curve è più veloce di una motocicletta e in discesa a volte si vedono staffette che non riescono a distanziare adeguatamente i corridori.
E allora bisogna muoversi per tempo. Forse le moto sono troppe? Oppure il personale non sempre è adeguato? Poi tutti possono sbagliare e non si scappa.
Però la situazione, che già in passato ha causato più di un problema in gruppo, corridori frenati dalle moto, nel migliore dei casi, fatti cadere nel peggiore. C’è un limite?
Sì, il regolamento parla chiaro, ma poi dipende dagli organizzatori quante autorizzazioni danno, quando le moto sono tante il problema torna inevitabilmente.
A lamentarsi per il comportamento delle moto, non per il numero, è Gianni Bugno stavolta. Il presidente dell’Associazione Internazionale dei Corridori punta il dito contro la troppa vicinanza tra moto e corridori nelle fasi di gara. Se non si rispettano le distanze regolamentari è probabile che qualche incidente possa capitare nei momenti più concitato. Ecco allora il richiamo all’ordine:
I CORRIDORI CHIEDONO UNA DISTANZA MINIMA AI VEICOLI IN CORSA
L’Associazione Internazionale dei Corridori denuncia un problema che si sta presentando in molte corse in giro per il mondo: l’eccessiva vicinanza delle moto agli atleti durante lo svolgimento della gara.Il presidente del CPA Gianni Bugno, raccoglie le segnalazioni dei protagonisti del movimento e le rilancia ai vertici dell’UCI, agli organizzatori e a tutti gli operatori in corsa. «La sicurezza delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi è fondamentale, così come il corretto svolgimento della corsa. Il risultato agonistico deve essere il più giusto possibile, non può essere compromesso da scie, che seppur di pochi secondi possono inficiare il regolare svolgimento della manifestazione. Sono gli stessi corridori a chiedere ai motociclisti, soprattutto della tv, di stare a una maggiore distanza da loro, sia che si trovino all’attacco o all’inseguimento. La tecnologia di cui ormai disponiamo permette riprese di ottima qualità anche a una distanza maggiore di quella che, purtroppo, sta diventando abituale. Pretendiamo una maggiore attenzione a questo problema intollerabile, che crea rischi per la sicurezza degli atleti, influenza l’andamento delle gare e pregiudica il valore sportivo degli atleti» commenta il due volte campione del mondo dal Giro d’Italia.
Al meeting della Commissione Sicurezza dell’UCI di giugno il CPA riproporrà la proposta di fissare una distanza minima di sicurezza tra veicoli e corridori già presentata nelle precedenti riunioni. In attesa di poter mettere mano ai regolamenti vigenti si chiede a tutti gli operatori in corsa di dimostrare una sensibilità maggiore a questa richiesta che arriva direttamente dagli attori principali della corsa, che deve essere sicura, giusta e spettacolare.
Vale la pena riportare, in proposito, il parere di chi in moto, all’interno delle corse, ci lavora: il fotografo Roberto Bettini che spiegò alcune cose proprio in occasione in un ennesimo incidente:
Le moto in gara? La parola all’esperienza di Roberto Bettini
E poi un’occhiata al regolamento dell’UCI:
Redazione Cyclinside