23 dic 2017 – Al di là delle questioni sui freni a disco di cui abbiamo detto il dubbio per chi acquista è quale tipologia scegliere. Ecco il dubbio di un lettore che si pone il problema all’interno del marchio cui è affezionato:
Signori buongiorno, sono un appassionato amatore, avrei intenzione di sostituire la mia “vecchia” Colnago Eps ma mi trovo indeciso se optare per un telaio disc oppure per uno tradizionale, sempre ovviamente Colnago. Su questo non proprio nessun dubbio. Considerato il fatto che in questo momento siamo un po in una fase di passaggio delle due tipologie di sistema. Gradirei un vostro punto di vista. Ringrazio anticipatamente sicuro di vostro riscontro
Giorgio
Salve Giorgio,
questa è la domanda che si pongono in molti. Per non ripetere cose già scritte, intanto, ti rimandiamo al nostro dossier dedicato dove si possono trovare tutte le voci al riguardo e anche le rassicurazioni sulla pericolosità (di fatto gli incidenti che sono stati imputati ai freni a disco, al mento, non sembrano essere stati causati dai rotori de freni).
Nell’utilizzo al di fuori delle competizioni, poi, per i dischi non ci sono tutti quei problemi che possono riscontrarsi nella gare (differenti tipologie, difficoltà nel cambio ruote, ecc).
Da un punto di vista tecnologico il freno a disco si può considerare più complesso rispetto al classico cavo meccanico perché richiede attrezzi e un po’ perizia nelle operazioni di manutenzione (lo spurgo). La sostituzione delle pastiglie non è più oneroso di una sostituzione dei pattini freno, con il vantaggio di avere una frenata costante e potente anche se la si allunga un po’. Quando le poche accortezza diventano abitudine, dal punto di vista pratico, i problemi non dovrebbero più esserci nell’uso comune.
Vale la pena? Decisamente. Se si parla di sviluppi di diverse soluzioni in futuro, queste saranno di là da venire per un bel po’. L’introduzione del nuovo standard per telai e forcelle richiede dei tempi che non possono essere ignorati guardando al mercato. Quindi nessuno pericolo di trovarsi con uno standard vecchio all’improvviso per un bel po’ di anni.
Pensando a Colnago, poi, va sottolineato come il marchio di Cambiago, sia stato un precursore di questa tipologia di freni, quindi non possiamo che approvare la scelta.
Un saluto
Redazione Cyclinside
Caro Giorgio io sono passato al disco e ti posso dire che,ormai, i freni tradizionali sono fuori tempo. I dischi hanno solo vantaggi, la bdc ha un solo difetto, non frena, con i dischi questo problema non c’è più. Chi racconta che i dischi sono pericolosi racconta fesserie.
Condivido ormai da 4 anni solo bdc disc e ora sono un felicissimo possessore di una Cannondale Slate! Divertente e pure comoda!
Concordo tulla vita freni a disco, io ho una tek emonda slr 8 e non potrei più tornare indietro, un altro mondo
Voci parlano di un nuovo standard di freni a disco in arrivo: rotori ancorati a telaio e forcella anzichè alle ruote, per cambi ruota velocissimi e possibilità di “pinzare” inavvertitamente anche con ruote disinserite, senza più rischi di bloccare le pastiglie l’una contro l’altra.
Ne ha accennato pure un illustre costruttore telaista…
Secondo alcune voci, pure il pacco pignoni potrebbe essere svincolato dalla ruota ed ancorato al telaio.
Credo che il primo grande marchio che butterà sul mercato le 12v (2018?) porterà alla luce anche questi nuovi standard, per svincolarsi dal problema dei cambi ruota neutrali in corsa che si basano sullo standard 11v e, sul versante freni, spingere verso i dischi senza più paure di cambi ruota lenti.
Quindi per i freni a disco aspetterei ancora un pò…