26 set 2016 – “Si-può-fare”, sarà stata simile alla frase pronunciata da Gene Wilder in Frankenstein Junior l’esclamazione di Stefano Scarselli quando ha buttato giù il primo schizzo della sua idea per risolvere il problema del cambio ruote con i freni a disco.
Stefano è stato meccanico di diverse squadre professionistiche e, pur apprezzando l’efficacia dei freni a disco, si deve essere messo nei panni dei suoi colleghi attuali che lavorano tra i pro’, rendendosi subito conto che il problema maggiore, al di là della sicurezza – sacrosanta – era proprio nella velocità del cambio ruote in corsa. Come fare per ovviare al problema?
Semplice, si è detto: bisogna separare il disco dal mozzo.
E, già che ci siamo, separiamo anche il pacco pignoni così da togliere anche un altro problema.
Nel disegno tecnico del progetto e della realizzazione del brevetto si è fatto aiutare dal figlio Matteo, un po’ di prove e poi il montaggio del primo prototipo.
Ve lo presentiamo così come lo vedete in queste foto e nel video esplicativo del funzionamento. Non fate troppo caso alle soluzioni ancora un po’ grezze, in fase prototipale non si ottimizza tutto, ma si punta a sperimentare l’efficacia dell’idea, poi ci sarà tempo raffinare tutto e renderlo pure più elegante.
Ad esempio, nel video, abbiamo tagliato per rapidità le fasi in cui il perno viene avvitato sul mozzo, operazione che si potrà facilmente rendere un po’ rapida. Oppure, chissà, tornare proprio a un sistema a levetta classico.
Ma intanto l’idea c’è e funziona.
Noi la stiamo seguendo da un po’ e pubblichiamo solo oggi, in anteprima assoluta, immagini e spiegazioni dopo che i primi test hanno dato esiti positivi.
Come funziona
Prima di tutto guardate il video:
Il sistema su un mozzo scomponibile in tre parti. Le parti laterali rimangono fisse al telaio (di tipo standard) della bicicletta e comprendono, appunto, rotore del disco e pacco pignoni. Queste parti sono già perfettamente nella loro sede. Il disco dentro la pinza e il pacco pignoni inserito nella catena – non serve più mettere il pignone più piccolo, ovviamente, per smontare la ruota.
La parte centrale del mozzo, comprendente le flange cui sono agganciati i raggi, si infila nel mezzo e viene bloccata attraverso il perno che, avvitandolo, fa fuoriuscire dalla parte centrale del mozzo due parti che si incastrano perfettamente nelle parti già fissate al telaio. Si stringe al punto giusto e la ruota è perfettamente funzionante.
Al contrario, per smontare, basta svitare l’asse, estraendolo, e la ruota è di nuovo libera e pronta per essere sostituita.
In commercio?
Vista la fase di sviluppo di questa soluzione ci vorrà ancora un po’ per vederla nei negozi. Anche perché occorre trovare un produttore con la volontà di realizzare il tutto. Per ora, nella prima fase, Scarselli è stato finanziato da Paolo Tessandori, titolare di Tuscany Ride a Bike, società che si occupa di organizzare viaggi in bicicletta e noleggi. Il risultato è davvero interessante.
Che sia la soluzione finale?
Per informazioni scrivere direttamente ai contatti di www.tuscanbike.it
Guido P. Rubino
Soluzione eccellente!
Purtroppo però, tra i professionisti, il cambio ruote neutrale è condizionato dalle grandi aziende (Shimano etc…) le quali ormai hanno investito pesantemente nella soluzione tradizionale e di conseguenza non hanno intenzione di rivedere mozzi, pacchi pignoni, rotori…
Verosimilmente, un giorno troveremo questa soluzione su tutte le specialissime, ma temo che non sarà a breve e comunque solo dopo che i professionisti avranno aperto la nuova via…
Pensate di dare un sistema del genere ai pro? State scherzando, vero?
Perchè no, Pietro? Sono proprio i professionisti a lamentare tempi troppo lunghi nei cambi ruota (a quanto sembra da alcune voci). Un cambio ruota posteriore con tale sistema non richiederebbe nemmeno più di posizionare la catena sul pignone piccolo. Sarebbe più veloce di un quick release attuale.
…PS: tempi troppo lunghi nei cambi ruota IN CASO DI FRENI A DISCO, intendevo dire!!!
un sistema ripreso dagli anni 20/30 su Bianchi e Dei da turismo di alta gamma.http://www.biciclassiche.com/search/label/perno%20sfilabile
e comunque adattarla all’agonismo di oggi la vedo dura.
ciao Stefano, chissà se ti ricordi?
Ritorna il “mozzo intercambiabile Cinelli” che fu proposto da Cino Cinelli negli anni ’60 del secolo scorso :-)
Era fatto esattamente così.
Corsi e ricorsi storici!