6 apr 2018 – Squadre di prima classe e poi le altre, il ciclismo di oggi è fatto così. Per quel che riguarda le grandi corse a tappe abbiamo uno strapotere Sky. Alcuni nomi illustri del ciclismo hanno addirittura ipotizzato un regolamento che vada a mettere un tetto al budget dei team, per riequilibrare gare che rischiano di diventare monotone. Ora per le corsa in linea invece sembra che il dominio sia appannaggio della Quick Step che, grazie a un numero elevato di elementi in grado di vincere, riesce a disorientare le squadre avversarie.
C’è da dire che anche gli avversari si lasciano disorientare facilmente. La polemica di Sagan è stata chiara: sembra che molti corrano su di lui e aspettino la sua mossa, questo lascia più margine di manovra alla Quick Step. Probabilmente tutti temono Sagan non solo perché sia il più forte, ma soprattutto il più estroso, quello capace di piazzarti l’asso vincente quando tutto sembra ormai perso. Ma questo non è un buon motivo per stargli addosso e lasciare andare via altra gente. La Quick Step ha tanti assi nella manica, quindi l’obiettivo per loro è sicuramente aprire la corsa presto e alternare gli attacchi. Così hanno fatto l’anno scorso, così fanno quest’anno, vincendo.
Sapere in anticipo quale sarà la tattica della squadra più forte è l’unico vantaggio dato agli avversari. Ma non è un vantaggio da poco. Se invece gli avversari stanno a guardare cosa fa Sagan, vuol dire che l’unica squadra con una tattica ben precisa e delineata era proprio la Quick Step. Per tattica intendo una strategia completa a più punte, non il semplice portare avanti il proprio capitano e stargli vicino. Correre sugli altri di per sé ammette una mezza sconfitta in partenza. Una buona tattica, poi, dovrebbe prevedere un piano B, cosa che sicuramente riesce facile a programmare con una intera scuderia con tanti cavalli di razza come la Quick Step, ma che deve essere messo in campo da tutte le squadre.
Le parole di Sagan sono state “se si continua così la Quick Step vincerà tutte le Classiche”. Difficile, visto che le grandi corse in linea sono sempre piene di sorprese. E magari queste sorprese arriveranno direttamente dalle strategie dei team.
Stefano Boggia