Per esigenze di sintesi lo hanno chiamato Mechanic Championships, ovvero “campionato dei meccanici”. In realtà, quello che Shimano Italia ha organizzato per la prima volta nella sua sede di Pero (MI), tutto è stato tranne che competizione agguerrita, sfida a guadagnare il gradino più alto di un podio che comunque c’è stato, con primo, secondo e terzo classificato.
Quel che è certo è che si è trattato di un’esperienza e di un formato nuovo, che ha funzionato quanto meno per tutta la condivisione, la motivazione e il senso di inclusione che ha infuso tra i tecnici che vi hanno partecipato.
Quella disputata a inizio febbraio è stata solo la prima finale di un formato che sicuramente in futuro avrà delle repliche. I partecipanti, dodici in tutto, erano stati scelti grazie a una selezione fatta all’interno di un Tech Training Center, ovvero uno dei tanti seminari di aggiornamento cui i meccanici della “famiglia” Shimano prendono parte diverse volte l’anno.
Perché più che l’accezione classica e “antica” che ha il termine, il lavoro di meccanico di biciclette oggi identifica una sorta di ingegnere, un esperto iperspecializzato che oltre alla meccanica deve saperne di elettronica, di software e di firmware. O se preferite deve saper padroneggiare l’enorme bagaglio tecnologico che sta dietro biciclette e trasmissioni che se costano anche diecimila euro e più ci sarà anche un motivo…
Individuare le migliori competenze, stimolarle e infondere in loro un senso di appartenenza alla grande famiglia Shimano è appunto l’obiettivo di questo formato che costituisce un unicum nel panorama dei tecnici delle due ruote a pedali, se non altro perché punta ad ottenere il tutto con la formula divertente, coinvolgente e leggera del gaming, del gioco tra i partecipanti.
Tant’è: Tommaso Pastorino (Marchisio Bici), Federico Sardu (SPORTLER) e Davide Bardelloni (Sportland) sono per la cronaca e nell’ordine i primi classificati dell’edizione italiana dello Shimano Mechanic Championships. Loro, come tutti gli altri partecipanti, sono meccanici di punti vendita Shimano Service Center e tra qualche tempo andranno a partecipare alla finale europea in programma in Belgio. Anche lì, i “nostri” avranno la possibilità di imparare divertendosi, condividere un’esperienza con i colleghi di tutto il Continente e lì Shimano troverà un’occasione in più per selezionare profili professionali che ad esempio potrebbero servirgli più avanti, quando si tratterà di convocare meccanici che sappiano gestire appuntamenti che si chiamano Campionato del Mondo di Ciclismo, Tour de France, Giro d’Italia, Parigi-Roubaix, solo per citare le corse più famose in cui Shimano schiera da anni le sue macchine e i suoi “uomini blu” dell’assistenza neutra.
Quello che segue, in particolare, è il racconto di Fabrizio, meccanico Service Center del negozio Bike Lab (Roma), che a questa prima finale italiana ha partecipato: non ha vinto, ma di certo non era a questo che ambiva; piuttosto Fabrizio è tornato da Milano carico di entusiasmo e fiero di aver preso parte a un evento che ha assecondato nel più divertente dei modi l’obiettivo che ogni meccanico di biciclette moderno dovrebbe sempre avere in testa: saperne sempre di più e saperlo mettere in pratica sempre meglio.
La parola a chi ha partecipato
«È successo che all’ultimo Tech Training Center a cui ho preso parte a Pero, Shimano ci ha fatto fare anche un quiz a risposta multipla di sedici domande, su argomenti inerenti tutta la piattaforma meccanica del mondo Shimano».
E come è andata?
«Sono stato selezionato, risultando tra i dodici che hanno disputato la finale del. Per me, che faccio il meccanico da quasi quindici anni, è stata una soddisfazione enorme. Non sapevo cosa poi mi avrebbe aspettato il giorno della finale che poi si è svolta in un giornata intera, dedicata solo a questa».
Come era strutturata la finale?
«Era composta da due prove. Nella prima il parametro di giudizio era essenzialmente il tempo. Si è trattato di montare e smontare una ruota posteriore nel minore tempo possibile».
Ovviamente era una ruota “disc”?
«Sì, certo, una posteriore da strada disc, con cassetta a 12 velocità. Io ho impiegato 19 secondi e 90 centesimi. Ognuno di noi aveva due possibilità. Ovviamente veniva considerato il tempo migliore».
Chi ti cronometrava? Chi erano i giudici che valutavano?
«Essenzialmente erano gli stessi istruttori che ci aggiornano nei Training Tech Center, ma anche i ragazzi che si occupano delle garanzie».
E la seconda prova?
«Era più complessa, era la parte pratica, in laboratorio. Qui, più che il tempo contava la competenza che sapevi mettere in campo. La prova dava 100 punti al massimo, assegnati in base alla completezza delle prove, alla correttezza delle procedure che seguivi e anche alla pulizia che avevi nell’operare. In quaranta minuti si è trattato di fare quattro operazioni: montare un mozzo XTR partendo dalle singole componenti e utilizzando i grassi specifici grassi, poi fare lo spurgo completo di un circuito frenante idraulico da strada. Poi è stata la volta di regolare e impostare partendo da zero le funzionalità di una trasmissione Di2, attraverso la piattaforma e-Tubes, anche impostando le funzioni elettroniche predefinite delle modalità sincronizzata e semisincronizzata e anche utilizzando i pulsantini che i comandi da strada hanno sotto i paramani».
Per chi non è del mestiere sembrerebbe roba più complessa di un intervento chirurgico…
«Beh, il nostro ormai già da tanto è un lavoro iperqualificato. Ma si tratta di operazioni abituali per il meccanico di oggi, operazioni che si fanno tutte con un semplice smartphone. Durante la finale, semmai, la difficoltà era dovuta al fatto che mi sentivo un po’ in soggezione, nel senso che eri sotto lo sguardo del tecnico che ti valutava attentamente. Ma in fondo anche quando sono in officina in negozio è sempre una specie di sfida. Oggi anche i clienti sono molto ben informati, ognuno cerca di saperne di più ed in fondo è una sfida continua a migliorare sempre, non fermarsi mai. Un contest come questo organizzato da Shimano è il modo migliore per spronarti, migliorare ancora, fare ancora meglio, ma farlo in un clima divertente, perché non eravamo certo a un esame scolastico. Gli istruttori stessi ci hanno tenuto a dire che il contest era un’occasione prima di tutto di condivisione e anche di divertimento».
Chi erano gli altri partecipanti? Erano preparati?
«Mi sembra fossero tutti di ottimo livello, del resto già il fatto stesso di lavorare in uno Shimano Service Center è sinonimo di professionalità».
Come ti sei classificato alla fine?
«Dal quarto al dodicesimo siamo tutti stati considerati ex-aequo, perché ripeto che non era tanto la classifica che contava».
Tornerai a fare contest del genere?
«Magari. Ma so che Shimano di qui in avanti darà tempo, spazio e possibilità anche a tutti gli altri meccanici Shimano italiani di fare questa esperienza. Si tratta di un formato estremamente positivo. Secondo me in tutti gli ambiti lavorativi, oggi, bisognerebbe pensare a cose di questo genere, perché ti formano divertendoti e ti stimolano a fare sempre meglio».
Shimano Mechanic Championships, la photogallery