Alle porte di Aremberg la Parigi Roubaix inizia a prendere un profilo ben definito. Alle porte di Aremberg, la foresta, si è conclusa la quinta tappa del Tour de France e ha iniziato a dare una forma ben definita alla corsa francese. Pogacar mette in chiaro le cose: il pavé lo entusiasma, anche se la maglia gialla rimane a Van Aert. Alla fine vince Simon Clarke in volata sui compagni di fuga.
E dire che Pogacar era quello che sembrava, sulla carta, più in difficoltà per mancanza di squadra molto presto nei tratti di pavé. Ha compensato con le gambe mentre Van Aert inseguiva e cadeva (ma ha rimediato comunque recuperando nel finale arrivando a una manciata di secondi da Pogacar e Stuyven). Peggio è andata per Roglic che ha preso già un distacco che si misura in minuti.
Sul pavé devi fare una cosa innaturale, come quando sugli sci ti dicono che per frenare devi buttare il peso in avanti e, all’inizio, non ti viene. Sul pavé bisogna tenere il manubrio piano, senza stringerlo. Ad aggrapparcisi alla disperata è peggio, ti fai male alle mani e ti becchi tutte le vibrazioni addosso. Ti fai male oltre ad affaticarti di più.
Oggi i direttori sportivi lo hanno ripetuto al Tour de France, giorno di pavé, ai corridori neofiti.,
Nel primo tratto di pavé, però, i forti erano davanti. Boasson Hagen addirittura in fuga, Bettiol a tirare il gruppo e Pogacar alla sua ruota a sfruttare il lavoro degli altri, al solito, trovandosi senza squadra.
Polvere secca. Non è mica primavera e chissà da quanto non piove. In ogni caso ci sono le temperature alte a seccare il terreno e basta già il primo tratto di strada difficile per respirare tanta polvere.
I primi tratti di pavé per assaggiare, poi a tutta. E mentre la Jumbo Visma ha i suoi guai (caduto Roglic), davanti si fa selezione ed è proprio Pogacar a menare col nostro Bettiol. Chi non ha problemi è Pogacar, squadra che svanisce ma resta davanti, di gambe e abilità. È anche formidabile il suo andare in bicicletta, come un funambolo a evitare trappole in cui inciampano in molti.
A meno di venti chilometri dal traguardo allo scatto di Stuyven risponde proprio Pogacar, abile sul pavé come se fosse roba normale, per lui, una Roubaix. Van Aert resta dietro a inseguire mentre la squadra cerca di salvare come può Roglic e Vingegaard, lo sloveno in grave difficoltà per caduta e gambe. Van Aert salva la maglia gialla e protegge Vingegaard che, a questo punto, è l’uomo di classifica della Jumbo.
Davanti, a tutta, da Van der Hoorn a Magnus Cort Nielsen in fuga dalla mattina in una cronometro a squadre con i compagni di strada come Boasson Hagen, Powless e Clarke.
6 lug 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside