24 lug 2018 – Le cadute fanno parte del ciclismo, purtroppo, bisogna partire da qui. Andando a guardare quella di Gilbert al Tour de France nella 16a tappa vengono da fare alcune considerazioni.
Gilbert ha evidentemente sbagliato a impostare la curva a sinistra. Arriva troppo veloce e quando prova a rallentare bruscamente perde il controllo della bicicletta che si imbizzarrisce, scoda e di fatto non riesce ad effettuare una frenata sufficiente.
Forse avrebbe potuto spostare di più il peso all’indietro per dare più pressione alla ruota posteriore, forse avrebbe potuto evitare quella posizione aerodinamica che – guardate l’articolo che segnaliamo alla fine di questo – non sembra nemmeno tanto efficace al di là della spettacolarità, se vogliamo chiamarla così. Di sicuro con una posizione più tradizionale avrebbe potuto concentrarsi di più sulle traiettorie (a guardare bene la curva precedente si vede che tarda un poco ad impostarla proprio perché si sta riposizionando in sella, questo gli fa tardare l’impostazione della curva e arrivare ancora più in ritardo a quella successiva), ma alla fine un errore ci sta e può capitare anche a un campione come Gilbert.
L’errore, appunto, è di traiettoria: è uscito largo dalla curva a destra precedente e non è andato subito ad allargare per affrontare la successiva a sinistra. Iniziandola alla corda è stato sparato verso l’esterno.
Freni a disco? Forse avrebbe avuto più capacità frenante, ma onestamente non ne avrebbe avuto vantaggio più di tanto in quella situazione.
Ruote ad alto profilo? Ecco, qui si potrebbe aprire un’altra riflessione. Le biciclette moderne, super rigide anche nelle ruote (ad alto profilo, appunto) perdonano meno gli errori, tant’è che la bicicletta si è imbizzarrita e Gilbert non ha provato nemmeno a impostare la curva.
Nell’attenzione per l’aerodinamica a tutti i costi si trascurano troppo spesso altre caratteristiche che vengono lasciate alle capacità di guida fenomenali dei corridori. Ma non sempre basta.
GR
Posizione aerodinamica “alla Froome”? Forse non ne vale nemmeno la pena