15 lug 2016 – Non ci sono molte vie d’uscita. Una figuraccia è una figuraccia. E il fatto che, a stamattina, ancora non sia stato pubblicata la nota stampa sulla tappa di ieri la dice lunga sull’imbarazzo degli organizzatori del Tour. Che ci scriviamo?
Alla fine, viene da pensare, si è scelta a strada del danno minore e, siamo d’accordo, non si può paragonare un problema dell’organizzazione a un incidente di percorso. È vero che così si crea un precedente, ma se ne sarebbe creato uno peggiore a lasciare Froome con il ritardo accumulato non per colpa sua. Idem per il “perdono” per aver percorso un tratto della tappa senza bicicletta.
In questi giorni di presentazione Bianchi abbiamo incontrato un ex, ora in forza alla casa di Treviglio: Beppe Guerini. Lui di problemi al Tour ne ha esperienza: nella tappa che vinse fu atterrato da uno spettatore incauto, anche se lì non si poteva imputare nulla all’organizzazione. «È pericoloso il precedente che si crea – ha detto Guerini – ed ora dovranno essere bravi gli organizzatori a gestirlo. Perché ogni incidente che dovesse ancora capitare potrebbe fare riferimento a questo episodio».
Si dice che la Sky abbia minacciato anche il ritiro della squadra, nelle parole grosse del dopo tappa di ieri.
E comunque lo si giri è un gran pasticcio e non si può sminuire. Ci aveva fatto sorridere (un po’ meno a Yates) la caduta del gonfiabile all’ultimo chilometro, ci aveva sconcertato l’auto che, qualche edizione fa, falciò i ciclisti in fuga per passare buttando il povero Hoogerland sul filo spinato. Roba che, sia chiaro, farebbe retrocedere a corsetta di paese qualsiasi evento agonistico. Ma il Tour è il Tour e si deve andare avanti facendo dimenticare al più presto possibile il momento buio.
Si è detto che la maglia gialla restituita a Froome sia un regalo a Cookson (il presidente dell’UCI, inglese come il leader della classifica). Ma nella polemica UCI-ASO forse queste defaillance sono un regalo ancora maggiore.
Ora sta all’organizzazione dimostrare dimostrare di essere all’altezza dell’evento. Non gli mancano le persone né la forza per uscirne fuori. Ma vanno prese decisioni subito.
Nella foto d’apertura Froome parla con Prudhomme, il direttore del Tour de France
GR