7 dic 2017 – Da giovedì 30 novembre la città di Alessandria ha un nuovo museo: ACDB, Alessandria Città delle Biciclette. Allestito con sobrietà tutta piemontese, il museo è situato nel bel palazzo Monferrato, nel pieno centro cittadino e mette in mostra la storia della bicicletta evidenziandone gli intrecci con la città e il territorio limitrofo, una parte di Piemonte sdraiata con la testa sui colli e i piedi quasi al mare di Liguria, che ha dato al ciclismo alcuni dei campioni più grandi: Basti pensare a Giovanni Cuniolo da Tortona, detto “Manina”, al suo antagonista astigiano Giovanni Gerbi, il celeberrimo “Diavolo Rosso” cantato anche da Paolo Conte, al novese Costante Girandengo e poi a quel Fausto Coppi che è il Campionissimo per eccellenza, da Castellania come il fratello Serse; senza dimenticare Luigi Malabrocca, tortonese, la mitica “maglia nera”, gli “angeli di Coppi” come venivano chiamati i gregari Andrea “Sandrino” Carrea e Ettore Milano, e Biagio Cavanna, pistard, dirigente sportivo italiano, divenuto celebre per aver scoperto ed allenato prima Costante Girardengo e successivamente Coppi.
Al museo ACDB si percorre la storia della bicicletta partendo dal ciclismo dei pionieri, da quel Carlo Michel produttore di birra alessandrino che nell’estate 1867 desta stupore percorrendo i viali della città in sella al suo velocipede a pedali, il “bicicletto”, il primo di cui si ha notizia in Italia, acquistato all’Expo di Parigi dello stesso anno.
La storia a pedali passa anche dalla politica locale: sono esposti due regolamenti del Comune di Alessandria che regolano la circolazione dei velocipedi. Quello del 1865 proclama che “è permesso ai Velocipedisti di usare per le loro esercitazioni del cortile del Foro Frumentario (Piazza S. Martino), in ore diurne ed escluse quelle in ci vi si tiene mercato di cereali o bozzoli ed esclusi pure i porticati che circondano detto cortile”, regalandoci una rappresentazione di città che immediatamente prende forma nella nostra immaginazione.
Troviamo anche le immagini delle prime competizioni: già il 6 giugno 1869, per la Festa dello Statuto, Alessandria assiste alla sue prima corsa. E se nel dicembre 1885 l’UVI, Unione Velocipedistica Italiana, nasce poco lontano ma in territorio Lombardo, a Pavia, tra le società che la costituiscono c’è anche una realtà alessandrina: il CVA, Circolo Velocipedistico Alessandrino, sorto per volere di Carlo Cavanenghi, il “papà dei ciclisti”. Una sezione museale parla anche di Eliso Rivera, avvocato, nato a Oviglio, fra i fondatori della Gazzetta dello Sport.
Numerose le fotografie che documentano le origini delle scorribande dei pistard cittadini. Le prime piste in terra battuta con curve rialzate vengono realizzate nel 1890 proprio in Piemonte, a Torino e ad Alessandria, che a testimonianza di quanto il ciclismo è parte della vita cittadina dà addirittura il nome Pista ad un quartiere, chiamato così proprio perché lì sorse la pista per velocipedi. La fotografia più emozionante in mostra forse è proprio quella scattata nel 1890 nei giardini della Stazione di Alessandria, dopo una gara. C’è in posa l’orgoglio, il divertimento, l’allegria, la gioventù, la bellezza di questi sportivi. Ci si incanta ad osservarne i volti, i buffi cappelli, i baffi a manubrio, i cravattini delle signore, il tandem a tre posti sollevato al cielo laggiù in fondo, i pennacchi dei cappelli dei carabinieri. Ci si tuffa in un’altra epoca, forse anche in altri valori, certamente in una storia affascinantissima.
Tra le sezioni presenti al museo non poteva mancare quella delle grandi e piccole storie imprenditoriali locali: dalla fabbrica Maino fondata nel 1896 a quella di Montù e Castagneri, Pizzorno, Amerio, Gerbi, Quattrocchio, Girardengo, Validior, Peloso, Verde, Fossati, Welter, Torielli, fino a Santamaria e Fiorelli.
Un ruolo importante anche quello riservato agli artigiani alessandrini Giuseppe Dottino e Giovanni Meazzo, che hanno partecipato attivamente all’allestimento del museo. Giovanni Meazzo, inarrestabile classe 1928, figlio di un meccanico di biciclette, inizia a correre a 15 anni nel G.C. Alessandrino nonostante la guerra, passa alla fine del 1945 negli allievi nella squadra S.I.O.F. di Biagio Cavanna ed ottiene i primi successi. Corre fino al 1950 quando un infortunio lo costringe al ritiro e da lì in poi sceglie il lavoro di meccanico e costruttore di biciclette. Amico di Costante Girardengo, è una memoria storica del ciclismo eroico di quegli anni.
A fare da contrappunto alla loro stessa storia, naturalmente, sono loro: le biciclette che, esposte nelle sale museali, vi incanteranno con la loro eleganza e bellezza. Da ultimo: non perdetevi il video finale, preziosa testimonianza di un tempo in cui il ciclismo entrava nelle case di tutti attraverso la televisione con gli sketch di Walter Chiari, Raimondo Vianello, Ugo Tognazzi, capaci di far ridere con una leggerezza intelligente, oggi davvero tanto rara.
Il museo ABCD nasce da una mostra del 2016 organizzata dalla Camera di commercio di Alessandria che, visto il grande successo dell’iniziativa, ha ritenuto di trasformare quell’esperienza in un allestimento permanente.
Non perdetevelo.
Galleria Fotografica
Sito: http://www.acdbmuseo.it/site/
Elena Borrone