Dal punto di vista fisico sono due i fattori tecnici (quindi non legati all’allenamento muscolare in senso stretto) con cui il ciclista ha a che fare per cercare di migliorare le sue prestazioni. L’aerodinamica e gli attriti. Possono essere entrambi importanti, soprattutto se si cercano prestazioni di rilievo. Ma anche chi non pedala fortissimo può trarne vantaggio perché, comunque, un migliore coefficiente aerodinamico e la riduzione degli attriti significano comunque meno fatica da fare in bicicletta.
Aerodinamica
Dipende principalmente dalla posizione assunta dal ciclista sulla bicicletta. È proprio l’uomo, infatti, a costituire la superficie maggiore di resistenza nell’attraversamento dell’aria. L’impostazione della bicicletta, poi, nella sua concezione tradizionale (escludendo quindi modelli particolari in cui si pedala sdraiati) è decisamente poco vantaggiosa sotto questo aspetto. Le migliorie, comunque, ci possono essere e gli studi in galleria del vento hanno dato molte informazioni al proposito. Per approfondire l’argomento sull’aerodinamica ecco il nostro dossier dedicato con tantissimi articoli divisi per argomenti:
>>> Dossier Aerodinamica e bicicletta
La galleria del vento
Si tratta di un locale dove l’aria viene incanalata in un percorso forzato. Sfruttando l’effetto Venturi si riesce ad avere un flusso d’aria costante su un’ampia superficie in modo da poterne misurare con precisione gli effetti con il variare della velocità dell’aria.
Il mezzo di cui si deve misurare l’aerodinamica viene fissato su una superficie mobile agganciata ad un sistema di bilance poste nella parte sottostante. È qui che avviene la misurazione vera e propria della resistenza opposta al vento: basta registrare i dati evidenziati dalle bilance.
Al tempo stesso si può verificare il percorso dell’aria attraverso l’utilizzo di fluidi visibili o comunque registrati con apposite strumentazioni. Con questo sistema è facile evidenziare i punti critici e limitare o eliminare l’insorgere di turbolenze.
I corridori professionisti sono abituati a sessioni di test in galleria del vento per ottimizzare la loro posizione. Anche i costruttori di biciclette utilizzano sempre di più la galleria del vento per testare biciclette e componenti, perché se è vero che è il ciclista la superficie maggiore esposta al vento nel nostro caso, anche i piccoli dettagli possono fare la differenza, soprattutto in gare, come quelle a cronometro, dove la classifica è spesso stabilita da frazioni di secondo.
Attriti meccanici
Ce n’è di due tipi. Il più immediato da comprendere è l’attrito provocato dal funzionamento delle parti meccaniche. Ovvio propendere dunque per componenti ottimizzati e con tolleranze al minimo. Ogni vibrazione è, di fatto, una dispersione di energie. In questo senso risulta anche più dispendiosa una pedalata scomposta. È pure questo un fattore da curare.
Poi c’è l’attrito volvente. Quello causato dal contatto del battistrada sulla strada. La fisica ci dice che questo tipo di attrito si accompagna sempre, anche se in misura più o meno minima, con l’attrito radente. L’attrito volvente ha a che fare con le superfici a contatto ed è influenzato dalla rugosità stradale.
Fino a non troppi anni fa i ciclisti andavano a ricercare gomme di sezione più stretta possibile nel tentativo di ridurre la superficie di contatto con il suolo. La pratica e i test hanno, in realtà dimostrato il contrario. La superficie di contatto, difatti, dipende soprattutto dalla forma della gomma, mentre una sezione più larga significa anche una maggiore elasticità della gomma (a parità di qualità è chiamata a lavorare una sezione maggiore) ed una migliore capacità di assorbire le vibrazioni.
Un altro fattore di cui tenere conto, sempre restando alle gomme, è la resistenza al rotolamento. Questa, più che considerare l’attrito volvente, focalizza l’attenzione sugli attriti della gomma stessa e dei suoi componenti. È qui che entra in ballo la bontà delle mescole e la scelta delle camere d’aria. Ma per questo si veda la sezione apposita.