6 mag 2017 – Vanno fatte due considerazioni sulla prima tappa del Giro 100. Una tappa che, non fosse per l’assegnazione della prima maglia rosa, avrebbe potuto essere considerata un po’ anomala, priva di interesse. Ma non è stato così, anzi.
Ne è uscita fuori una frazione coinvolgente tra Alghero e Olbia, merito di sei attaccanti. C’è da complimentarsi con loro per come hanno gestito furbamente le loro possibilità.
Sono stati dei maestri del bluff, e trovare sei corridori in grado di mettersi d’accordo su una tattica comune e mantenere il sangue freddo per attuarla non è cosa da poco. Hanno preso 7 minuti, hanno rallentato, hanno fatto credere al gruppo di essere scoppiati. Non hanno battuto ciglio quando hanno perso 4 minuti, hanno continuato ad andare piano e il gruppo, soddisfatto della sua forza, si è allargato.
Ai meno 20 il gioco si è fatto duro. “E i duri hanno iniziato a giocare”, disse John Belushi in Animal House. Il gruppo ha dovuto prendere atto e faticare non poco per chiudere il buco. Le gambe davanti c’erano eccome e i fuggitivi, con la forza della loro tattica, sono arrivati ben oltre dove era lecito pensare.
Abbiamo letto su Facebook tanti commenti tipo “fagianata” o “vittoria del fagiano” riferendosi al vincitore che ha sorpreso i velocisti. Sono fuori luogo e c’entrano poco. Nel finale di una tappa il contachilometri segna cose come 63, 65, a volte anche 67 km orari. A quelle velocità, con il 53×11 che sembra non bastare, non esistono fagianate. Bisogna avere delle gran gambe per essere davanti, gran gambe per poter essere lì al momento giusto, gran gambe per riuscire ad approfittare di un piccolo colpo di fortuna. Il giovane austriaco ha fatto tornare in mente la vecchia Rabobank di Dekker, Sorensen, Ekimov. Gente che aveva sempre una sorpresa in tasca.
Ultima cosa da notare: avete visto quanto ha sgommato la ruota posteriore di Ewan? Va bene, era sbilanciato col peso in avanti, ma quanti watt servono per far pattinare un tubolare già lanciato a 60 all’ora? Ne bastano 1700? O ce ne vogliono di più? Controllate il traction control della sua bici!
Stefano Boggia (http://www.daccordistore.it)