28 gen 2017 – Un bellissimo ricordo di una tappa chiave del Tour de France 1998. Lo racconta Andrea Ferrigato su Facebook, ve lo riportiamo perché parla di sport, di campione e di coraggio:
Perche’ ho freddo:
27 luglio 1998
Quindicesima tappa del Tour de France che consacro’ la leggenda di Marco Pantani.
Storia:
Ero al Tour con la Vitalicio Seguros, stavo bene ma non benissimo, avevo corso tutte le classiche del Belgio, il Giro d’Italia,la Vuelta Cataluña eee..il Tour, le gambe cominciavano ad essere parecchio stanche.
Si corre il tappone Alpino con la scalata della Croix du Fer, col du Telegraphe, sua maestà il Galibier e le Deaux Alpes.
Alla partenza a Grenoble la giornata e’ calda ,ma nuvolosa . La Croix de Fer la facciamo regolari, e’ sul Telegraphe che mi sfilo e faccio gruppetto.. quello giusto, quello con il quale si va all’arrivo tranquilli lontani dal tempo massimo.
Discesa verso il Galibier e si sale il gigante, i 2600 mt della vetta non si vedono e sta iniziando a piovere.
Mancano 4 km alla vetta il Panta , in ritardo in classifica di 3 minuti da Ullrich, attacca e va.. noi siamo a 8 km e piove sempre piu’ forte.. fa freddo. Panta stacca di 2 minuti e 40 secondi il tedesco, vince il Gpm e scende, si ferma ad indossare una mantella , c’e’ vento.. ed inizia a piovere misto neve.
Io passo in vetta dopo circa 15 minuti ,da solo, ho staccato il mio gruppo perché cominciavo a sentire freddo, troppo ..e quindi provo a scaldarmi aumentando il ritmo, passo il Gpm, nevica, cerco il mio massaggiatore, non c’e’ nessuno,( avevano pensato bene di salvare uno che era tredicesimo in classifica dimenticandosi degli altri 7 corridori) sono in maniche corte.., non ho nulla da mettermi e non mi resta che iniziare la discesa così bagnato, mi butto a testa bassa cercando di scaldarmi mentre scendo a tutta ma dopo 3 km e mezzo la neve e la bufera ed il freddo cominciano a prendermi.. tremo.. trovo dopo circa 5 km l’ammiraglia della Once, mi fermo, chiedo se hanno qualcosa di caldo da darmi, mi danno un caffè ..a me sembrava ghiacciato, non so se fosse bollente, mi danno anche una mantellina.. ricomincio a scendere , 3 km e mi fermo di nuovo, di fronte a me c’è un bimbo con un cartello con su scritto Ale’ Pantani, glielo strappo di mano, me lo metto sotto al petto, gli chiedo scusa… scusa..e riparto, il corpo comincia a tremare tutto, inizio ad urlare senza volerlo..da questo momento fino alla fine della discesa ho rimosso i ricordi.
I ricordi si risvegliano all’interno di una galleria, sono fermo sul lato destro non riesco a muovermi non riesco a tenere il manubrio e la voce continua ad urlare senza che io lo voglia, tremo come non ho mai tremato.. o meglio .. scuoto!
Passa Fabiano Fontanelli gregario del Panta,probabilmente ero ultimo o penultimo e lui era tra questi… gli urlo disperato.. fermati..aiutami! …lui rallenta mi urla, continua Ferri non mollare!!!
Rimossi i ricordi fino al bivio che porta alla salita finale delle Deux Alpes ,salgo con tutta la forza che ho, sono solo , la mandibola non si ferma e i denti sbattono con forza, non mollo, tengo duro, non mollo, tengo duro.. non mollo, respiro ..sbuffo ..sbavo.. la temperatura del mio corpo comincia a crescere lentamente e io comincio a riprendermi, ricordo d’ aver preso un corridore, poi due, poi tre.. quattro e poi continuo con tutte le energie che ho, a 1 km dall’arrivo rientro nel gruppo dei velocisti, siamo in molti…passo la riga d’arrivo..chiudo gli occhi, mi fermo..li riapro e guardo nel vuoto.
Quel 27 Luglio ha consacrato Marco come leggenda.
Io ho vinto la mia battaglia ma …il freddo mi ha tatuato l’anima.
RC
Ciclisti: tutti eroi.