Non si è ancora concluso il Tour de France 2021 e già si cerca l’assassino del ciclismo. In realtà non c’è nulla di direttamente legato alla corsa gialla, sia chiaro e speriamo tutti. Ma certo torna in mente la notizia della perquisizione dell’albergo della Bahrain Victorious di cui pare che alcuni direttori sporti abbiamo detto che i corridori di questo team vadano “troppo forte”. Poi si è aggiunta la notizia che alcuni corridori hanno detto di aver sentito strani rumori dalle biciclette.
Piedi di piombo però, perché sarebbe davvero un disastro, oltre a non esserci prove dirette ma solo chiacchiere (va sottolineato). Un assassinio per il ciclismo e non per il Tour de France che Tadej Pogacar sta finendo di “uccidere”, ma in senso sportivo, quindi bello. Anche se pure con lui qualcuno si preso la briga di mettere in giro voci di sospetti. Ma senza prove non vanno nemmeno prese in considerazione.
Le prove invece le hanno cercate i gendarmi francesi nella squadra di Mohoric e Colbrelli, prendendo capelli da analizzare e file di computer per capire se ci sia qualche incongruenza sospetta. Nessun’accusa quindi e attenzione alle parole perché è pure riprovevole aggrapparsi a un “va troppo forte”. Ci vogliono dati e numeri, altrimenti siamo alle solite.
Premessa necessaria a una notizia però: Thierry Valdary, giornalista francese di Sport Stade 2, già dedicata a investigazioni sulle frodi tecnologiche nel ciclismo, ha fatto vedere su Twitter, anche in un video che ne dimostra il funzionamento, un mozzo motorizzato.
Un mozzo che appare perfettamente identico a un componente normale, ma con dentro un motorino silenzioso (tutte la parti meccaniche pare siano realizzate in materiale polimerico: plastiche speciali, che non avranno una grande durevolezza nel tempo, ma possono assolvere perfettamente alla funzione per la una tappa o più).
Ecco, questo preoccupa, perché una ruota “truccata” è certamente più gestibile di una bicicletta truccata, si può probabilmente riuscire anche a “saltare” il controllo dei meccanici e quindi di tutto il team (sebbene c’è chi giura che in passato nel ciclismo qualcosa di irregolare ci sia stato in questo senso).
Lo steso Vildary ha dichiarato di avere contatti che gli hanno confermato che questa tecnologia sia “reale”, quindi potenzialmente utilizzabile su una bicicletta da corsa.
Qui sotto un esempio di utilizzo del motorino, mentre, in apertura, una foto pubblicata dallo stesso Vildary su Twitter dove parla di un mozzo in grado di dare più di 100 Watt di potenza con recupero di energia.
Est-ce que les bruits entendus par certains coureurs dans le peloton ressemblaient à ça ? Peu probable ce modèle est + silencieux. Entièrement plastique. Bruits = pièces métalliques. Ici = 100/130 w avec récup énergie. Autonomie 20/30’ 1/3 @LeTemps @lemondefr @francetvsport pic.twitter.com/lPXHKZfCDg
— Thierry Vildary (@thierryvildary) July 17, 2021
17 lug 2021 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside
Basta con dichiarazioni calunniose trattamenti riservati ai ciclisti 🚵🚵🚵🙈come se fossero delinquenti solo x hanno bla bla …senza nomi Perché nel calcio ⚽ no No comment Un abbraccione ragazzi 🥰👍🚵🚵🚵👏Non devono pagare gli onesti si sa.che c’è sempre la mela marcia Ringrazio Riccardo Magrini e Luca Gregorio perché commentatori Fantastici Fortissimi Professionali 👍🥰🙋♀️
Infatti prudenza massima, Raffaella. Ma è giusto sapere che certe tecnologie esistono. Se poi sono state usate è tutto da dimostrare. Le chiacchiere non sono prove.